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I termini della questione della condizionalità

La resistenza di Spagna e Italia a firmare una richiesta di assistenza finanziaria.

Il vero problema è che a Bruxelles non c'è un vero governo europeo e i paesi membri non vogliono che la Commissione europea possa ricevere un mandato diretto e preciso dal Parlamento europeo per svolgerne le veci.

Le competenze della Commissione europea sono state ridotte dal ruolo crescente dell'Eurogruppo che tratta più da vicino i problemi finanziari dell'eurozona ed assicura una guidance speciale con riguardo ai nuovi strumenti finanziari. Il ruolo della Commissione non è valorizzato dal tipo di bilancio comune che si trova a gestire: le prospettive finanziarie fissate per sette anni senza una vera legge finanziaria annuale. Per le sue dimensioni minime (circa 140 miliardi euro), per come è costruito e per come è gestito, il bilancio comune non è idoneo a svolgere alcun effetto concreto di stabilizzazione macro-economica neanche sulle economie più piccole.

Il continuo avvalersi della troika mortifica il ruolo della Commissione mentre amplia oltre misura quello della BCE che si trova a gestire non solo la politica monetaria, ma anche quella economica e fiscale. Nel momento in cui alcuni criticano le ricette monetariste della BCE e del FMI, la banca centrale europea ha buon gioco a tirare fuori i vincoli statutari che limitano la sua azione anche in materia di corretta trasmissione degli impulsi di politica monetaria. In questo il FMI e la Commissione economica finiscono con il coprire la BCE.

La presenza del rappresentante del FMI nella troika, mentre contribuisce risorse ed esperienza, inevitabilmente sottopone il paese che chiede assistenza non solo alla sorveglianza europea, ma anche a quella del FMI. Intendiamoci sono controlli entrambi legittimi e non nuovi ed è improprio parlare di commissariamento specialmente da parte di quanti nel passato ne hanno determinato l'accadimento. Basti ricordare le nostre esperienze drammatiche di metà anni '70 quando l'Italia, avendo esaurito le linee di credito con il FMI chiese un prestito alla Germania e questa ottenne la garanzia in oro. Ma è chiaro che anche la condizionalità del FMI in qualche modo costituisce un "commissariamento internazionale" mentre rende del tutto evidente l'incapacità dell'Unione europea a risolvere i suoi problemi interni di stabilizzazione e crescita dell'economia.
Se si pensa alle analoghe situazioni critiche che, anche in tempi recenti, hanno attraversato molti Stati federati USA, nessuno ha mai visto l'intervento diretto della Federal Reserve e, tanto meno, del FMI. L'intervento di quest'ultimo sarebbe inconcepibile.

Il Presidente Monti che nel luglio dell'anno scorso, criticando la politica economica del governo Berlusconi, aveva paventato la possibilità di un commissariamento dell'Italia, dopo essersi fattivamente adoperato per la firma e la ratifica del Patto di bilancio che prevede la condizionalità, ora insiste a dire che l'Italia non chiederà assistenza alla troika. È comprensibile che sul piano personale è difficile ammettere il fallimento quanto meno parziale della propria politica o di quella acriticamente sposata, ma non mi sembra che arroccarsi su una posizione indifendibile aiuti l'Italia.
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