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Limbo

Quanto all’Europa, il pilota automatico è forse il sogno di Draghi. Abbassare i tassi a breve della periferia è l’obiettivo della prima fase, con l’idea di trasmettere progressivamente questo impulso lungo tutta la curva. E’ un effetto domino semiautomatico in cui i compratori di carta a breve vengono gradualmente spinti a spostarsi su scadenze sempre più lunghe e poi sulle borse, dando per questa via alle banche qualche possibilità in più di ricapitalizzarsi sul mercato.

La Merkel, appoggiando Draghi, ha ormai tratto il dado e non potrà tornare indietro facilmente. Per mesi i giornali tedeschi sono stati pieni di piani segreti per sopravvivere all’uscita della Grecia o addirittura alla dissoluzione dell’euro. Oggi Bild annuncia un nuovo piano segreto, ma questa volta è per l’integrazione europea, maggiori poteri al parlamento di Strasburgo, creazione di superministri delle finanze a Bruxelles. Per gettare fumo sul passaggio fatale del Rubicone, la Merkel ripete (e ripeterà ogni giorno fino alle elezioni) il suo no alla licenza bancaria per l’Esm e il rifiuto della mutualizzazione. La Csu e Weidmann, dal canto loro, continueranno a interpretare il ruolo di leale opposizione di Sua Maestà per coprirle il fianco destro.

Avevamo avanzato l’ipotesi, a metà luglio, che l’estate avrebbe potuto essere più tranquilla di come si immaginava. Avanziamo adesso l’ipotesi che anche il percorso da qui a fine anno potrebbe essere, pur vivace, meno agitato di come a volte si immagina.

E’ un’ipotesi un po’ temeraria, perché la strada verso il 2013 è un campo minato.

La prima mina è un ritardo nel Qe3 in America. Il mercato, sul Qe3 subito, ci scommette per metà. Se Bernanke non ne parlerà a Jackson Hole o se il Fomc non lo annuncerà il 6 settembre ci sarà quindi una mezza delusione.

La seconda mina è la Corte costituzionale tedesca il 12 settembre. Il mercato dà praticamente per scontata una decisione favorevole. Se così non sarà, se ci saranno cioè troppi paletti intorno all’Esm, la delusione sarà forte. La Corte potrebbe ribadire una forte opposizione all’assunzione di impegni illimitati da parte dell’Esm. Se fosse solo questo, la reazione dei mercati sarebbe modesta. In ogni caso, non si sa mai.

La terza mina è la Grecia. Non si può escludere del tutto che la Germania sacrifichi Atene sull’altare del rigore per coprire, agli occhi degli elettori tedeschi, il salvataggio di Spagna e Italia. Il mercato non dà grandi probabilità a questo esito infausto e noi nemmeno. Lo spazio per la delusione, quindi, è ampio.

La quarta mina è, appunto, il piano per salvare Italia e Spagna. Per ora sta funzionando a energia verbale. Il costo del debito per Italia e Spagna continua a scendere, soprattutto sulla parte breve e media, senza che la Bce o, Dio non voglia, i contribuenti tedeschi abbiano finora tirato fuori un euro. In teoria la put di Draghi potrebbe rimanere sulla carta, come un semplice impegno in caso di bisogno. Draghi è però più ambizioso e cercherà in tutti i modi di mettere nero su bianco le regole d’ingaggio e di mettere sul tavolo i soldi per l’intervento. Ci saranno una miriade di dettagli (e quindi di trappole minate) da definire.
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