Davanti alla discesa della
disoccupazione il mercato azionario non resterà insensibile. Avere più persone a libro paga significa per le imprese avere i margini sotto pressione, ma questo è compensato dall’aumento delle vendite se gli occupati aumentano in tutta l’economia. L’effetto netto, per la borsa, è positivo.
Il mercato azionario, del resto, da metà ciclo in avanti può continuare a salire anche in presenza di utili in diminuzione, a condizione che l’economia nel suo complesso continui a crescere. Questa volta, poi, gli utili saranno sostenuti più che in passato da acquisti di azioni proprie da parte delle società.
L’altra faccia dei pochi investimenti e delle poche assunzioni di questi anni è l’accumulo di liquidità nelle casse delle imprese. A un certo punto la liquidità è così imponente che deve comunque essere utilizzata o in acquisizioni o in buy-back, due fattori molto positivi per i corsi azionari.
A un certo punto, forse nella seconda metà del 2014 o nel 2015, il decoupling tra azionario e bond diventerà realtà. L’inizio di un ciclo di rialzo dei tassi provocherà inizialmente la discesa simultanea di bond e borse ma, una volta esaurito l’effetto shock, le borse recupereranno e i bond continueranno a scendere.
Se questo è l’orizzonte di medio periodo su cui le banche centrali stanno lavorando, il breve termine si presenta più confuso. Agosto e la prima metà di settembre, con il susseguirsi incessante di notizie positive da parte delle banche centrali, hanno visto la chiusura di una parte significativa delle posizioni short. Oggi i mercati sono più equilibrati e sono quindi pronti a reagire anche ai dati negativi, che nelle ultime settimane sono stati invece ignorati.
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