Il destino del dollaro. Nei mesi passati, nei momenti più drammatici della crsi europea, molti investitori hanno cercato rifugio nei Bund, nei bond australiani e canadesi e nel dollaro. Nelle ultime settimane abbiamo suggerito di uscire dai Bund, che sono denaro morto, e da Canada e Australia, che sono sopravvalutati e cominciano ad avere qualche problema anche loro. Il discorso sul dollaro è diverso. La Fed ne stampa giorno e notte, è vero, ma non si può dire che il dollaro sia sopravvalutato. L’economia americana, d’altra parte, non scoppia di salute ma è nel complesso più solida di quella europea. La crisi mediterranea non è finita e le stime di (de)crescita del 2013 per Italia, Spagna, Portogallo e Grecia potrebbero rivelarsi troppo ottimiste, come è stato del resto negli ultimi due anni.
I bond mediterranei hanno ricevuto e continueranno a ricevere un enorme beneficio dagli acquisti della Bce, ma la correlazione tra spread sui governativi ed euro, finora piuttosto stretta, si allenterà. Il dollaro da luglio a oggi si è certamente indebolito, ma rimane un’ottima diversificazione e una copertura efficace dai rischi di Eurolandia.
La forza dell’oro. In un mondo in cui tutti vogliono svalutare e tengono i tassi eccezionalmente bassi l’oro è destinato a rimanere forte. I nemici dell’oro, tassi in rialzo e recessione, non sono all’orizzonte.
La vera forza dell’oro, in ogni caso, è nel numero dei suoi fedeli e questo è un fatto culturale. Giusto o sbagliato che sia, l’Asia crede molto nell’oro. Molte banche centrali emergenti credono nell’oro. La Cina crede nell’oro e sta incoraggiando i suoi cittadini a comprare meno case e più oro.
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