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Sfumature di rosso, nero e blu

I mercati nelle mani della politica, non il contrario.

Kennedy all'inaugurazione del Rayburn Building, sede degli uffici della Camera dei Rappresentanti. 1962FRANCIA. Hollande va avanti a testa bassa sulla strada delle aliquote mozzafiato e dopo avere portato a casa il 75 per cento per i redditi più alti sta lavorando sul 62.50 per i capital gain oltre una certa soglia. Sono livelli ai quali, dato il rischio di perdite, non conviene più investire. Gli obiettivi di bilancio per il 2013, dal canto loro, appaiono sempre più irraggiungibili, per cui sarà necessaria una nuova manovra l’anno prossimo. Una recessione per il 2013 comincia a diventare una possibilità concreta.

LAZZARETTO. Uno studio di Deutsche Bank (Adjustment in Euroland, Progress Report, 24 ottobre) descrive i notevoli progressi dei malati d’Europa sui disavanzi pubblici e su quelli verso l’estero. C’è un punto, tuttavia, in cui l’Italia diverge, in peggio, rispetto a Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo. Si tratta del costo del lavoro per unità di prodotto (Clup).

Facendo 100 il Clup nel 2000, la virtuosa Germania si trova oggi a 110, mentre i malati si troveranno nel 2013 (si tratta ovviamente di stime) tra 118 e 130. Storia nota, si dirà. Quello che è meno noto è che per Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo il Clup, che nel 2008 aveva raggiunto il livello di divergenza più alto rispetto alla Germania, è in costante riavvicinamento.

Per l’Italia, per contro, la divergenza è rimasta costante. Gli autori dello studio attribuiscono questa anomalia al fatto che in Italia non si è creata l’enorme disoccupazione che si è formata in quei paesi. La pressione al ribasso sul costo del lavoro, di conseguenza, non si è verificata.

CONSEGUENZE. L’effetto combinato degli sforzi della Bce, delle pressioni tedesche e delle insufficienti (in Italia) o inesistenti (in Francia) riforme strutturali è che, da una parte, l’euro rimarrà in vita e i governi europei continueranno a onorare i loro debiti. Dall’altra parte, però, l’Europa (Germania esclusa) non uscirà per molto tempo dal modello di stagnazione economica accompagnata da pressione fiscale crescente.

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