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Una Apple al giorno...

Apple e Facebook: bolla e bufala mediatica?

Non stupisce quindi che Apple (AAPL) si becchi una scoppola di 160 USD (-23% dai massimi storici) e che ritorni sui prezzi di fine Febbraio, anzi esattamente sui prezzi del 29 Febbraio: una data interessante...

Post dello scrivente su Apple del 29 Febbraio 2012: “Provate a dire a un professionista del settore che Apple è in bolla: vi diranno che non è vero, vi diranno che Apple è un’azienda meravigliosa (e lo è senza dubbio) destinata a cannibalizzare tutte le altre aziende del settore sul mercato. E molto probabilmente per qualche mese ancora lui e tutti quelli che sono ultrabullish su Apple avranno ragione. Nessuno, men che meno il sottoscritto, ha la più pallida idea di dove si concluderà questo movimento:

anzi, storicamente queste situazioni perdurano ancora qualche mese prima del climax conclusivo,

dopo che che qualcuno, tra lo scetticismo generale, comincia a segnalarle. Apple da mesi sale con volumi che scendono. Il ristorante alza i prezzi ma gli avventori sono sempre meno. (…) Attenzione: opporsi a questi movimenti (= andare short) nella loro fase conclusiva è tuttavia come cercare di fermare un treno impazzito col pensiero. Anzi: bisogna seguirli, questi movimenti. Ma lo scrivente si permette – esattamente come fece tra fine 1999 e inizio 2000 poco prima dello scoppio della bolla di Internet – di suggerire ai suoi lettori di monitorare per bene le proprie eventuali posizioni, alla vigilia di altre strombazzate magnificenze come il collocamento di Facebook…” Ripeto: 29 Febbraio 2012, APPLE a 542 come oggi.

Subito dopo questo pezzo su Apple, venni bombardato di analisi ultrabullish sul titolo, ricevetti decine di post sconnessi da parte di azionisti entusiasti e ricevetti anche un invito in una trasmissione di CNBC per festeggiare la grande premiére di Facebook in borsa. In quell’occasione, tra lo stupore generale (ai tempi avevo anche postato il video), non solo reiterai i miei dubbi su Apple, ma espressi pesanti dubbi sul successo borsistico di Facebook. Mi invitarono di nuovo per mostrare in pubblico il fenomeno da baraccone, L’Uomo Che Parlò Male di Apple e di Facebook. In realtà io non dissi nulla che non fosse già chiaro: Apple era palesemente una bolla e Facebook (borsisticamente) una probabile bufala mediatica, almeno inizialmente.

Mi scrisse tra gli altri una gentile signorina, la quale mi disse che il loro capo li aveva tutti convinti a comperare Apple perché “era chiaro a chiunque che sarebbe andata a 1000 e oltre”. Questo capo tanto premuroso è il segno distintivo della mania, nemmeno vissuta in solitudine come sarebbe doveroso, ma addirittura imposta in sharing agli altri, siano essi amici, familiari o collaboratori. Tornando a Faccia-di-libro sappiamo tutti com’è andata.

Grafico Facebbo, Inc. (FB)

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