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Una Apple al giorno...

Apple e Facebook: bolla e bufala mediatica?

Apple lo stiamo vedendo. Stupisce semmai che qualcuno in quella trasmissone (ora lo posso dire) avesse preso per oro colato le parole di azionisti che si dicevano certi che il titolo sarebbe andato a 1000 e oltre (mai mettere limiti alla provvidenza). Se voi aveste milioni di dollari investiti in un titolo andreste sui media a parlarne male? Non credo.

Grafico Apple

Esistono fasi sui mercati finanziari dove si creano – per un insieme di motivi – condizioni particolari, a volte uniche. Queste condizioni danno vita a opportunità ma anche – talvolta – a rischi: si pensi alla bolla della tecnologia della fine degli anni ’90 e alla bolla immobiliare e del credito di qualche anno fa, poi esplosa nella “crisi Lehman” del 2008, ma anche alle opportunità che si creano ogni volta che una crisi rientra.

La cosa forse più interessante – dal punto di vista dell’analisi comportamentale – è che questo tipo di situazioni si maschera, nel suo divenire e in special modo nella sua fase finale, in modo camaleontico o forse meglio “alla Zelig”, apparendo qualcosa di completamente diverso da ciò che è in realtà: il rischio si maschera da opportunità, l’opportunità al contrario si traveste da rischio. La conseguenza è che la maggioranza degli investitori, e spesso anche i professionisti del settore, non avendo una adeguata percezione della situazione reale per cause diverse (una delle più frequenti è un eccesso di emotività), cade nella trappola tesa dai mercati e quindi acquista quando il prezzo è troppo alto oppure vende quando il prezzo è troppo basso.

Non è sempre facile smascherare queste situazioni, ma ci si può provare e a volte ci si riesce. Poiché i mercati oscillano sempre tra avidità e paura, tra compiacenza e rischio, proviamo a definire ad esempio quali sono i punti distintivi della fase conclusiva di un eccesso di compiacenza/avidità (bolla):

  1. l’accettazione universale, sorretta da un sostegno mediatico, dell’idea di perpetuazione della salita;
  2. l’eccesso di presenza di un asset nei portafogli (specie dei piccoli investitori), non un generico eccesso di valore, che è solo figlio del primo;
  3. una bolla – per esistere ed essere davvero tale – deve “far male” finanziariamente a tanti, quando scoppia.
  4. il trend nella parte finale della salita diventa parabolico.

Vignetta

Apple rimbalzerà, risorgerà, tornerà a 700 e forse a 1000, chissà: oppure subirà la Legge del Dimezzamento, che impone che quando una bolla scoppia il primo target è la metà dei massimi (350 USD... sento già un fremito di orrore tra le folle...). Ma resta il fatto che dei Quattro Segni Distintivi di una Bolla a Apple nei mesi scorsi non ne mancava proprio nessuno.

Consolatevi, Apple-believers: siete dei dilettanti in confronto a un’altra bolla che si sta sviluppando sui mercati occidentali, mille volte maggiore, mille volte meno strombazzata e che quindi farà a tempo debito molto più male. E ce l’hanno già tutti in portafoglio...

Nel frattempo, sul blog per chi può scaricare Silverlight di Microsoft (non accessibile dai tablet, mi risulta) ho messo in HP da un mese i due grafici settimanali di APPLE e del ML BIOTECH, con qualche indicatore che può servire per capire cosa sta succedendo, a che punto è la correzione ed eventualmente quando rientrare. Su quale tra i due rientrare come investitore, ho le mie marcate preferenze personali.

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