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Consumatori aggressivi, investitori perplessi.

Il reparto cibi in scatola di Macy’s. New York. 1898.La Fata della Fiducia. Mentre l’Europa non tedesca si sente angosciata, depressa e priva di prospettive, l’America si sente incerta. La fiducia di consumatori e imprese non è bassa, ma potrebbe essere molto più alta se la politica non facesse di tutto per deprimerla.

L’incertezza si estende al concetto stesso di fiducia, alla sua importanza o meno per l’economia e al suo essere, per dirla all’italiana, di sinistra o di destra. Keynes la incluse tra gli spiriti animali. In polemica con l’antropologia dei neoclassici, che consideravano l’uomo come una macchina da calcolo razionale, valorizzò la pancia, gli umori, le speranze e le paure come elementi decisivi per fare precipitare una crisi, ma anche per uscirne.

Durante la presidenza di Obama i repubblicani hanno continuamente puntato il dito sulla sua incapacità di creare fiducia, sia per l’atteggiamento gelido nei confronti delle imprese sia per la presunta volontà di soffocarle attraverso regole sempre più complicate. Romney ha impostato su questo la sua campagna. Fatemi presidente, ha detto, e vedrete che la fiducia ritornerà su livelli tali da garantire da sola un’accelerazione della crescita.

Nel suo graffiante furore anti-repubblicano, il keynesiano Krugman ha ridicolizzato Romney presentandolo come il cantore della Fata della Fiducia, una sirena studiata per incantare gli allocchi. Facendo questo, Krugman ha sacrificato il Keynes degli spiriti animali per concentrarsi su quello dell’insufficiente domanda aggregata. Non con la fiducia si rilancia l’economia, ha detto, ma con la spesa pubblica.

Nel suo ultimo discorso Bernanke ha però ridato dignità e importanza alla fiducia. L’incertezza sul fiscal cliff (che concretamente è il non avere idea di quante tasse si dovranno pagare su tutto a partire dal primo gennaio) paralizza gli investimenti. Al contrario, un quadro certo di risanamento fiscale nel lungo periodo accompagnato da una mano molto leggera negli aggiustamenti immediati darebbe fiducia a tutti e potrebbe fare del 2013 un anno molto buono per l’economia americana. È raro sentire da Bernanke toni così appassionati.

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