Facebook Pixel
Milano 12:14
34.167,96 +1,31%
Nasdaq 22-apr
17.210,88 0,00%
Dow Jones 22-apr
38.239,98 +0,67%
Londra 12:14
8.061,32 +0,47%
Francoforte 12:14
18.026,28 +0,93%

I Cinque Miracoli del 2012

A cosa servono gli dèi, visto che ci sono le Banche Centrali? Vediamo un sintetico elenco dei Miracoli 2012.

Miracolo 5 – La Sparizione della Volatilità

Preceduta dalla meno appariscente Sparizione della Massa Monetaria USA, di cui da tempo si sono perse le tracce anche se qualcuno sostiene che sia divenuta enorme, la Sparizione della Volatilità è il Miracolo del momento. La volatilità non è altro che l’assicurazione intrinseca contro il rischio pagata dai mercati su sé stessi. Quando si alza, i mercati hanno paura. Quando è troppo alta, i mercati sono in panico ed è vicino un minimo. Quando si abbassa, i mercati stanno riprendendo fiducia. Quando è troppo bassa, sui mercati c’è un eccesso di confidenza. Vale per la volatilità quello che vale per ogni altra assicurazione: se la comperate quando tutto va bene, costa poco ma vi sembra di sbattere via i soldi. Se la comperate quando le cose vanno male, vi sembra indispensabile ma vi costa tantissimo. Ogni volta, tutto questo viene miracolosamente dimenticato dai mercati, che ogni volta si dimenticano degli errori appena fatti e pensano: “Questa volta è diverso”.

La volatilità è miracolosamente sparita: sulle borse, è ai minimi degli ultimi anni, battuta solo da quella irreale del periodo 2006-2007 (che portò a quello a cui portò). Anche il rischio di credito e il rischio di tasso, fortemente connessi, sono in via di rapida sparizione.

Grafico 2008-2013

In questo clima surreale, ormai prossimi alla Fine del Mondo secondo il calendario Maya (ma il 21.12.2012 sarà anche, curiosamente, la deadline per il fiscal cliff americano e una scadenza importantissima per le opzioni sul mercato USA...), i mercati sembrano narcotizzati, concentrati su questo iterativo Giorno della Marmotta, fatto di eventi, minicrisi, riunioni e via.

Nella Grande Repressione del 2012 riprendevo lo spunto di una brillante (anche se “catastrofista”) analisi svolta su un sito americano, per toccare il tema della disciplina sui mercati come àncora di salvezza in frangenti difficili e realmente imprevedibili. Ora che il 2012 sta finendo, possiamo dire di essere in un clima che definire “repressivo”, dal punto di vista degli investimenti, non è insensato. Tobin Tax e tasse a parte, la corsa affannosa, levereggiata, inevitabile ai rendimenti sta annullando sul reddito fisso qualunque cuscinetto in termini di rischio di credito e rischio di tasso: e questo in una situazione di tassi incomprimibili, rendimenti reali quasi ovunque negativi e di economie in bilico tra recessione e stagnazione! Non è repressivo forzare l’investitore in un cul-de-sac? Silenzio quasi assoluto sul tema.

Spesso i miracoli si svelano per quello che sono: trucchi insostenibili. Chi, quanto e quando pagherebbe in questo caso? Solo i mercati, nel loro asciutto pragmatismo, daranno la risposta: e diranno se questa calma piatta di fine 2012 è il “new normal”, è occasione mascherata da narcosi collettiva, oppure occhio del ciclone. Chi ha goduto quest’anno degli ottimi andamenti dei mercati obbligazionari non si illuda: e ragioni bene prima della prossima mossa. Repetita non semper iuvant.

Condividi
"
Altri Top Mind
```