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Slalom gigante

Le poche grandi curve del mercato nel 2013.

Londra. Un centro dati dedicato esclusivamente al low latency trading.Le elezioni italiane di fine febbraio cadranno all’inizio di questo ciclo politico americano. Di per sé non avranno rilievo globale e non avranno nemmeno una ricaduta significativa, per qualche mese, sul corso dei titoli di stato. Se però dovessero cadere in una fase di rifiuto globale del rischio, legata a toni particolarmente aspri nello scontro politico americano, potrebbero rientrare nel discorso con un ruolo secondario.

Dall’estate in avanti si aprono due strade. Gli ottimisti puntano sulla riaccelerazione della crescita americana e sull’espansione dei multipli dovuta al venire meno di molte incertezze. Altri, come Byron Wien e Adam Parker, pongono l’accento sugli effetti restrittivi delle misure fiscali americane e sul fatto che gli utili in America saranno leggermente inferiori a quelli dell’anno scorso. Per Parker l’SP 500 chiuderà il 2013 sui livelli attuali, per Wien chiuderà più in basso.

A noi sembra che il mercato possa assorbire un’ulteriore restrizione fiscale, purché contenuta, e utili eventualmente stagnanti. La seconda fase di un ciclo rialzista di borsa è tipicamente caratterizzata da utili stabili (o perfino in discesa) compensati da multipli crescenti. La politica della Fed darà poi la spinta decisiva, nel caso ce ne fosse bisogno, al rialzo azionario di fine anno. Chi ha voluto vedere negli ultimi verbali della Fed l’intenzione di chiudere prima del previsto l’esperienza del Quantitative easing non ha tenuto conto dei rapporti di forza interni, nettamente favorevoli alle colombe.

La seconda parte dell’anno, in ogni caso, è ancora lontana. Per adesso l’importante è non correre troppo dietro al rialzo in modo da non spaventarsi in marzo e avere anzi munizioni da spendere su livelli più convenienti.

Per la stessa ragione non ci faremmo prendere dalla fretta di vendere i Treasuries lunghi, da comprare invece (tatticamente) su debolezza pronunciata. Quello ai bond sarà un addio lungo e selettivo. Si partirà dai governativi lunghi di qualità (ma da maggio-giugno, non da adesso) e molto, molto lentamente si allargherà il saluto agli altri. Gli ultimi cui diremo addio, forse nel 2015, saranno i bond ad alto rendimento, in particolare quelli emessi dalle banche.

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