Durante la guerra, nella Resistenza, Kojève stringe un rapporto molto stretto con il suo superiore militare, Jean Monnet. Visionario irrequieto e dotato di straordinaria energia, Monnet, piantati gli studi a 16 anni, si propone ai politici di mezza Europa con il suo progetto di unificazione surrettizia e nascosta del continente. Cominciamo con l’unificazione economica, dice, creiamo una tecnocrazia comune e tutto il resto verrà da sé e l’unità politica arriverà per ultima.
Finita la guerra, de Gaulle adotta Kojève e Monnet e li pone alla testa della delegazione francese nelle nascenti istituzioni europee, da loro due disegnate e proposte. Kojève e Monnet usano de Gaulle e la forza politica della Francia per il loro disegno tecnocratico. De Gaulle, che è un nazionalista e non un tecnocrate, usa i due per la loro abilità di inventare soluzioni che massimizzino i benefici per la Francia a spese della Germania. La mitica comunità del carbone e dell’acciaio, embrione dell’Unione Europea, e, più tardi, la politica agricola comunitaria sono invenzioni di Kojève e di Monnet che costeranno una montagna di soldi alla Germania e li trasferiranno alla Francia. Adenauer, in cambio, verrà santificato e collocato nel pantheon dei padri fondatori dell’Europa.
Nel 1989, quando cade il Muro e nasce l'euro, Kojeve e Monnet non ci sono più, ma le loro due idee di fondo, l'eurocrazia tecnocratica e il contenimento francese della Germania, continuano a spiegare perfettamente tutto quello che succede in Europa fino a oggi e che succederà ancora nel futuro. L'euro nasce in fretta come idea francese, senza la minima consultazione popolare, per imbrigliare la Germania riunificata in un'unione più ampia. Questa unione dovrà diventare politica e, in particolare, dovrà diventare un'unione dei trasferimenti in cui i soldi tedeschi affluiranno copiosi (e questa volta per sempre) agli altri paesi, Francia in testa.
Altiero Spinelli disse una volta che l’Europa unita deve tutto a Monnet, incluso il fatto di essere nata sbagliata. Spinelli aveva in mente una costituente europea sul modello di quella americana e un impianto democratico, non tecnocratico. Spinelli perse, Kojève e Monnet vinsero.
I popoli, come insegna l’esperienza cinese, accettano volentieri forme ridotte di democrazia e sovranità finché viene dato loro in cambio un benessere crescente. Le elezioni italiane mostrano che nel momento in cui questo benessere non è più percepito l’accettazione del patto politico europeo inizia a venire meno.
"