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Il rogo di Savonarola

Dopo il falò delle vanità, si prepara il falò dell’austerità.

Un Incredibile e una Meravigliosa in un ritratto del 1797.Ci sono però tre problemi.

Il primo è che quella tedesca è una ritirata tattica, non una conversione. I solidi principi cui si ispira la Germania (non vivere al di sopra dei propri mezzi, non comprare crescita a debito, contare sulle proprie forze) sono categorie morali prima ancora che economiche e preesistono ad Alesina-Ardagna e a Reinhart-Rogoff. L’austerità monetaria e fiscale può essere sospesa in attesa di tempi più propizi, ma rimane la stella polare da seguire. La Germania intende quindi cedere terreno in modo ordinato e controllato e chiede in compenso un prezzo molto alto, quello che abbiamo visto a Cipro. Ognuno dovrà sistemare i suoi disastri con i soldi suoi. Basta con le donazioni da fuori, come è stato per la Grecia.

Il secondo problema è che sarebbe molto stupido (e sarebbe davvero l’anticamera dell’uscita dall’euro) se Francia, Spagna, Portogallo e Italia usassero questi due anni di tregua per rimanere rigidi e non competitivi. Alla fine ci si troverebbe infatti al punto di partenza, ma con un debito ancora più alto. Viene male a leggere (su linkiesta.it) di un sondaggio dell’Istituto Ifo e dell’agenzia di lavoro interinale Randstad da cui risulta che le piccole imprese tedesche, in particolare in Baviera e nel Baden, cercano disperatamente di assumere personale (qualificato e non) e ricevono pochissime candidature da Italia, Spagna e Portogallo. Il rischio di sprecare questi due anni di tregua così come si sono sprecati i primi dieci anni di euro è fortissimo.

Il terzo problema è che l’austerità, messa in un angolo in Europa, ha trovato una nuova patria in America. La differenza è che la stretta fiscale americana, iniziata in realtà l’anno scorso a livello locale e ora spostatasi a livello federale, viene calata su un’economia alla quale è stato lasciato il tempo di riprendersi e irrobustirsi. Facendo le cose meno istericamente che in Europa, l’America consegue il doppio vantaggio di continuare a crescere e di avere una riduzione del suo disavanzo molto più rapida di quella dell’Eurozona.

America ed Europa hanno un fattore importante in comune. I prossimi due anni non vedranno altre battaglie politico-ideologiche sul fronte fiscale. Niente più debt-ceiling, niente più fiscal cliff e soprattutto niente nuove tasse, con l’eccezione dell’autolesionistica Tobin Tax che la Merkel vuole imporre a tutti solo per sfilare un argomento alla Spd.

Alla tregua fiscale la Bce aggiungerà presto un taglio dei tassi e altre misure allo studio. L’economia europea va male e ai mali consueti si è aggiunta la debolezza dello yen, che pesa particolarmente sulle imprese tedesche.

Abbiamo visto nel recente passato, con le operazioni di Ltro e con l’Omt, che la Bce di Draghi è pronta, al bisogno, a inventare soluzioni molto apprezzate dai mercati. Questa volta borse e bond giocano d’anticipo e cominciano a scontare fin da ora le misure che verranno annunciate nelle prossime settimane.
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