Facebook Pixel
Milano 17:35
33.922,16 +0,12%
Nasdaq 21:54
17.025,07 -2,12%
Dow Jones 21:54
37.980,2 +0,54%
Londra 17:35
7.895,85 +0,24%
Francoforte 17:35
17.737,36 -0,56%

L'indicatore perfetto

Nel percorso di comprensione dei mercati è bene sapere che l’investitore è di gran lunga il peggior nemico di sé stesso.

Il motivo è che l’essere umano tende ad avere la necessità interiore di razionalizzare i suoi stessi istinti selvaggi (che riguardo al denaro sono paura e avidità) e quindi ad autogiustificare comportamenti che, altrimenti, non avrebbero giustificazione razionale.

Lo spunto per questa riflessione mi è venuto casualmente da un post di Yahoo (vedi immagine seguente).

In questo post, forse non rendendosi conto del possibile autodafé a cui va incontro, il soggetto che parla dice: “Le quattro parole più pericolose nell’investire forse sono: questa volta è diverso. Ma questa volta è diverso.”

Post Yahoo!Il “questa volta è diverso”, per sua natura, ogni volta sembra effettivamente diverso. Questa frase ha una storia molto lunga sui mercati. E’ un indicatore di lungo termine che fornisce segnali rari ma praticamente infallibili, sia che arrivi su un massimo o su un minimo. Non ha alcuna importanza se “questa” volta sia realmente “diverso” o no: quello che conta è che è ufficialmente iniziata, nelle ultime settimane e relativamente alla borsa USA, la classica processione di “excusationes non petitae, accusationes manifestae” (giustificazioni non richieste, accuse manifeste), o “ritrattazioni tardive”, tipica dell’ingresso di un grande movimento nella sua fase finale, sia essa quella di tipo picco iperspeculativo stile Giappone 1989 o NASDAQ 2000, o quella di tipo distributivo stile 2007.
Il mercato si nutre dei suoi stessi erroriFasi che, sia ben chiaro, non rappresentano eventi ma processi e per questo possono andare avanti per molti, molti mesi: ma che sono TUTTE invariabilmente caratterizzate da un’affannosa ricerca della spiegazione razionale dell’inspiegabile e della negazione del “normale” come probabile output.

La volontà di razionalizzazione porta poi, quasi invariabilmente nel momento sbagliato, a credere alla perpetuazione di certi schemi e a un “new normal” che poi, alla fine, non si rivela né “new”, né “normal”. Il corollario più eclatante è rappresentato dalle previsioni-choc.

Condividi
"
Altri Top Mind
```