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Il sassolino

Granelli di sabbia nel motore, per adesso niente di più.

Damien Hirst. Zirconyl Chloride. 2008.Sceglie quindi, Bernanke, di gettare un sassolino (sotto forma di tapering) nella sala macchine del transatlantico della politica monetaria. L’obiettivo non è quello di avviare il crollo dell’obbligazionario globale ma quello molto più modesto di bloccare e fare un poco scendere la schiuma che stava facendo lievitare sempre più in fretta i bond di ogni ordine e grado. Per poi fermarsi fino a fine anno e stare a vedere. Niente di più, per adesso.

Con la sua reazione malmostosa e spaventata, il mercato dimostra di preferire il paradiso artificiale del Qe alla bella realtà che si profila per l’anno prossimo. È una tipica reazione da tossicodipendente. Agli occhi del medico, è la conferma della necessità di avviarlo il prima possibile su un percorso di disintossicazione.

La reazione del mercato è confusa e scomposta anche per il posizionamento dei portafogli venutosi a creare nei mesi scorsi, in particolare nell’obbligazionario. La ricerca disperata e umiliante di rendimenti anche miserabili ha spinto all’accaparramento di bond di tutti i tipi con una particolare attenzione, negli ultimi tempi, verso gli emergenti.

Purtroppo si dà il caso che alcuni degli emergenti si stiano facendo cogliere in una fase opaca proprio nel momento di mercato peggiore. La Russia cresce sempre più piano, anche grazie alle rinazionalizzazioni striscianti di Putin. Il Venezuela è nel caos abituale ma senza il carisma di Chavez. La Turchia attraversa un momento delicato, anche se i suoi problemi sono probabilmente sopravvalutati dagli osservatori esterni. In Brasile la gestione pasticciona della Rousseff aggrava il rallentamento della crescita senza bilanciarlo con la capacità di creare consenso che aveva Lula. Sullo sfondo, naturalmente, c’è la grande incognita di una Cina a metà del guado nel suo processo di ridefinizione dei fattori di crescita.

I bond (e le borse) emergenti soffrono dunque più di tutti e sarà bene attendere ancora qualche settimana prima di approfittare delle opporunità già adesso visibili. Il resto del mercato obbligazionario comincia per fortuna a essere selettivo. Un Bill Gross contrarian è addirittura compratore di Treasuries decennali per giocare un rimbalzo tra estate e autunno.

Anche la periferia europea, nel complesso, tiene discretamente. La fine della caduta delle economie mediterranee è più vicina. La normalizzazione porterà nei prossimi mesi a qualche flusso di portafoglio sull’euro. Questo non significa che ci si debba precipitare a vendere dollari. L’America ha prospettive di medio-lungo termine molto migliori.

(Nella foto: Damien Hirst. Zirconyl Chloride. 2008.)
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