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Il campo base

Non siamo in cima, ma ora comincia la parte più difficile.

Ci sono poi gli alpinisti della domenica, persone degnissime e certamente amanti della natura che si dividono, salvo eccezioni, in due categorie. Ci sono quelli che chiudono casa in città con la piccozza già in mano, lo zaino in spalla e il maglione norvegese addosso anche se è Ferragosto e l'obiettivo da scalare è un delizioso monticello verde popolato dalle pecore sui primi contrafforti prealpini.

Nell'altra categoria rientrano quelli che arrivano in elicottero al campo base dopo una notte di baldoria in città e, come Clark Kent nella cabina telefonica quando si cambia d'abito e diventa Superman, si sfilano la cravatta e il gessato e restano con la tuta termica che la Nasa sta ancora sperimentando per le passeggiate spaziali. Abituati a non perdere tempo e forse leggermente intossicati dall'altitudine, costoro si avviano subito verso la cima correndo e cantando, come fanno i Marines.

Campo base sul Monte Whitney in AlaskaDopo quasi cinque anni di rialzo azionario, le previsioni sul 2014 che in questi giorni le case grandi e piccole stanno pubblicando dicono quasi tutte tre cose. La prima è che le borse saliranno. La seconda è che saliranno di una percentuale compresa tra il 5 e il 10 per cento. La terza è che l'economia globale andrà meglio nel secondo semestre. Ci sono molte buone ragioni per avanzare queste tre ipotesi, che per inciso ci paiono onestamente condivisibili. Bisogna però ammettere che è terribilmente disturbante il fatto che tutte e tre vengano regolarmente proposte identiche a ogni fine anno per l'anno successivo fin da quando eravamo piccoli (e probabilmente anche da prima).

Non è però su queste idee di consenso che ci vogliamo soffermare bensì su quella che una minoranza agguerrita e rumorosa sta cominciando a esprimere con crescente sicurezza. Si tratta dell'idea per cui il bello deve ancora arrivare. Questi anni di rialzo, si afferma, sono stati solo la lenta preparazione ai fuochi d'artificio, questi sì spettacolari, che vedremo da qui in avanti. La ragione? L'economia globale in miglioramento, certo, ma in misura ancora maggiore il vero motivo del turborialzo, l'arrivo in massa (e sempre più visibile) degli alpinisti della domenica. Le moltitudini, come le chiamerebbe Toni Negri.

La prima categoria di alpinisti della domenica, quella con il maglione norvegese che punge come il cilicio, ha peccato come al solito di eccesso di prudenza. Ha affrontato questi cinque anni di borse ampiamente sottovalutate (e di banche centrali che giravano per le strade con gli altoparlanti che invitavano la popolazione a comprare azioni e ad arricchirsi) pensando di dovere affrontare la parete finale del monte Olympus di Marte, a quota ventunomila metri.

(Nella foto: Campo base sul Monte Whitney in Alaska)
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