Restano, naturalmente, alcuni timori specifici. Alcuni settori, come ad esempio le banche americane, potrebbero deludere. La nostra scommessa è però che il mercato sarà nel caso sufficientemente forte da ruotare senza scendere.
Quanto alla Fed, l'impressione è che un rialzo come quello dell'anno scorso non sia gradito. Una discesa, d'altra parte, sarebbe anch'essa vissuta con preoccupazione.
L'Ucraina, che i mercati tendono a sottovalutare, continuerà a essere un problema. Dopo una fase apparentemente conciliante, Putin ha avviato un lavoro di destabilizzazione controllata ma pericolosa del paese vicino. Il rischio non è quello di una guerra civile o di un'invasione, ma che la destabilizzazione raggiunga un'intensità tale da fare scattare la fase tre delle sanzioni, quella economica. Né la Russia né la Germania vogliono arrivare a tanto, ma nessuno ha il pieno controllo degli eventi.
La fase tre indebolirebbe più la Russia dell'Europa, ma non sarebbe affatto indolore per la Germania e infliggerebbe un colpo rilevante alla ripresa dell'Eurozona.
Probabilmente i membri del direttorio della
Bce non fanno dipendere più di tanto il Qe europeo dall'Ucraina, ma nella mente della
Merkel le due questioni potrebbero essere benissimo collegate. Ed è la Merkel, non Draghi, che avrà l'ultima parola sulla questione, così come fu nell'agosto 2012 nel caso dell'
Omt.
È possibile che il Qe sia già deciso, ma lo scattare della fase tre delle sanzioni renderebbe questa possibilità una certezza immediata.
A quel punto, sanzioni e Qe, l'euro ultraforte potrebbe davvero indebolirsi.
(Nella foto: Tolstoj ritratto da Meshkov nel 1910, l'anno della sua morte)
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