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La grande siccità del 2014

Cosa succede in una casa quando le stanze, una ad una, sono rese inagibili? Succede che la gente esce, chiude la porta e si trasferisce nelle altre stanze. Questo è esattamente quello che sta accadendo sui mercati.

Notiamo al proposito quanto segue:

1. Dal 1982 ad Aprile 1998 la SDT ha sempre funzionato tranne che in tre occasioni: 1983, 1987, 1994. Di queste, il 1987 può essere considerato l'unico vero “Cigno Nero” dal 1980 ad oggi della strategia.

2. Dal 1998 ad Aprile 2013 la strategia ha prodotto complessivamente un utile rilevante, con una volatilità molto inferiore a quella dei mercati sui quali è stata applicata.

3. La strategia non ha funzionato negli anni di top dei due grandi Bull Market del 2000 e 2007. Tuttavia, anche in quegli anni ha contenuto le perdite rispetto al mercato.

4. Statisticamente, gran parte della cattiva fama di Ottobre è immeritata ed è legata fondamentalmente a tre episodi: 1987, 2002, 2008. In retrospettiva, tutti quelli che avessero comperato proprio alla chiusura di questi tre “mesi maledetti”, nell'arco dei 12-24 mesi successivi avrebbero guadagnato molto.

5. Spesso, specialmente tra Ottobre e Novembre, anche quando la strategia funziona e crea profitti, i mercati scendono momentaneamente al di sotto del “punto di entrata” ufficiale (chiusura del 30/09): tuttavia questo non è determinante, in quanto l'unico fattore che è correlato con un aumento delle probabilità di un esito negativo è la perforazione, confermata in chiusura mensile, dei minimi di Settembre.

Se la crisi post-2008 e la conseguente siccità di rendimenti fossero comparabili a una piaga biblica settennale, si potrebbe andare ancora avanti con i tassi schiacciati: ipotesi non irrealistica, vista l'inflazione quasi inesistente, ma difficilmente collegabile con l'auspicata espansione economica. Questo non vuol certo dire che anche il bull market azionario debba andare avanti con il tiki-taka attuale ancora un anno e mezzo. La statistica, oltre alla stagionalità già citata, dice anche che è rarissimo un periodo di oltre tre anni senza una correzione collettiva sulle borse di entità rilevante, cioè superiore al -10% dai massimi: qualunque ascesa alla vetta necessita di tappe, altrimenti manca l'ossigeno.

I segni di rallentamento erano già numerosi prima di ieri: ma la mitridatizzazione psicologica a cui hanno portato da un lato i tassi zero, dall'altro la convinzione dell'esistenza di una “put option” delle banche centrali sulle borse, in special modo su quella USA che è già arrivata al pericoloso record del 2000 e del 2007 nel rapporto tra leva finanziaria e PIL, impedisce di concepire un rischio superiore a quello di poche sedute di calo.

Sarà interessante vedere come i mercati riequilibreranno questo stato di cose e sarà interessante vedere come gli investitori percepiranno questa situazione: rischio o opportunità?
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