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Il gas inodore

Delle cose che non si vogliono vedere e del paradosso dei soriti.

Certo, si dirà, ma nel frattempo sono saliti gli utili. Vero, ma tra 1500 e 1950 c'è una differenza del 30 per cento e non risulta che gli utili, dal febbraio 2013 (il mese in cui si toccarono i 1500 punti) a oggi, siano saliti del 30 per cento. Qualcuno (il Bureau of Economic Analysis del Dipartimento del Commercio) sostiene addirittura che, togliendo la distorsione degli ammortamenti anticipati (che da quest'anno non saranno più possibili), gli utili sono del'8 per cento più bassi rispetto ad allora. Gli utili più alti, quindi, sono solo quelli riportati agli azionisti (gonfiati dall'acquisto di azioni proprie) e al fisco, non quelli operativi. Certo, il primo trimestre, quello a cui si riferisce il raffronto anno su anno, ha visto i consumatori stare a casa per la neve prendendo lo stesso lo stipendio, ma il dato del Bea fa impressione lo stesso.

Gasometri. R. Vespignani. Viale di periferia. 1957Uno dei punti deboli dei ragionamenti soritici è che cessano di avere senso quando si fa una comparazione. Forse è impossibile determinare il momento in cui il mercato diventa caro, ma si può benissimo capire quando un mercato diventa più caro di un altro. Ned Davis Research, ad esempio, non definisce gonfio o pazzesco il rapporto attuale tra il fatturato e la quotazione dell'azione mediana dell'SP 500. Dice solo che è il più alto di tutti i tempi (inclusi, nota perfido Fred Hickey, il 1929, il 2000 e il 2007).

Certamente soritico è invece il tema dell'inflazione. Per la maggior parte degli osservatori, a dire il vero, l'inflazione non esiste proprio (parliamo di America) e semmai c'è il rischio opposto, quello della deflazione. Da quattro mesi, tuttavia, i prezzi stanno aumentando sempre più velocemente, tanto che siamo ormai a una velocità annualizzata superiore al 2 per cento.

C'è uno scostamento curioso tra l'inflazione percepita dagli economisti e quella percepita dagli analisti azionari di settore e dalle borse. I titoli dei media e delle telecomunicazioni salgono perché gli abbonamenti sono sempre più cari (un pacchetto telefono-internet-cable tv costa ormai quasi 200 dollari al mese e ce l'hanno quasi tutti). Le linee aeree salgono in borsa (tra l'altro) perché le compagnie aumentano il prezzo dei biglietti e svalutano le miglia accumulate. Le assicurazioni sanitarie fanno nuovi massimi perché Obamacare fa costare le polizze il 30 per cento in più. I gestori di sale cinematografiche salgono perché vedersi un film con la poltrona comoda e uno spuntino costa ormai 40 dollari. I fondi immobiliari salgono perché gli affitti sono sempre più cari, anche se le statistiche ufficiali (compilate chiedendo ai proprietari di casa a quanto la affitterebbero) calcolano a zero il 30 per cento di Cpi dedicato alle spese per l'abitazione. Le università, dal canto loro, non sono quotate, ma non risulta che iscriversi ad Harvard costi meno o uguale rispetto a cinque anni fa.

(Nella foto: Gasometri. R. Vespignani. Viale di periferia. 1957)
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