I mercati sono quindi impostati per diventare molto più volatili – cosa alla quale ci siamo disabituati grazie al torpore provocato dai tassi di interesse eccezionalmente bassi – a partire dal momento in cui le banche centrali cercheranno di ridurre il dosaggio della droga. Di per sé, questo rischia di far deragliare la ripresa: questo è il dilemma che stanno cercando di fronteggiare le banche centrali delle economie mature. Un dilemma simile aveva afflitto i banchieri centrali nel periodo precedente alla crisi del 2008, quando ancora una volta i mercati, e l'economia nel suo complesso, si ubriacarono con i tassi di interesse bassi e il denaro abbondante. Del resto, ci vorrebbe un banchiere centrale coraggioso per indurre deliberatamente una recessione, al fine di scongiurare i rischi di una futura crisi finanziaria. I banchieri centrali al momento hanno altre priorità.
Il risultato è che la questione dei bassi tassi di interesse è su un binario morto, senza alcuna via di uscita plausibile da questa situazione, nonostante siano chiari nella mente di molti i problemi che si stanno immagazzinando per il futuro. Ci sono anche alcune potenti
ragioni strutturali che portano a ritenere che i tassi di interesse siano avviati a rimanere bassi, non ultima l'economia di una
società che sta invecchiando e che per far fronte a questo problema demografico se ne deve portare in casa un altro, quello dell'
immigrazione.
A questo proposito (invecchiamento), il
Giappone ha fatto da apripista per più di 20 anni.
Più anziani significa meno domanda per quasi tutto ad eccezione della salute e dell'assistenza sociale, e questo guida l'inflazione dei prezzi convenzionali e dei tassi di interesse verso il basso. Non è un caso che lo stesso
Abe, fautore in Giappone della
Abenomics, abbia detto ai gestori dei fondi pensione che avrebbero dovuto acquistare junk bonds mondiali, perché erano di fatto "garantiti" (sic!), e che l'altro giorno abbia chiesto agli stessi gestori in maniera esplicita di acquistare azioni. Mr. Abe è più informato di noi, ma questo apparente Giardino delle Delizie è colmo di insidie nascoste e sta creando ad esempio non pochi problemi agli asset manager, almeno a quelli che ragionano in termini di controllo della volatilità e del VAR.
Lasciando da parte ogni inutile giudizio sulle parole e lasciando alla musica – cioè all'azione dei mercati – il verdetto presente e futuro, appare chiaro come questo momento storico rappresenti l'apice della capitolazione al cosiddetto "New Normal" (la definizione è di Bill Gross di PIMCO). I prezzi, d'altro canto, non significano molto fino a che sono misurati in rapporto a quello che sembra un flusso senza fine di soldi virtuali.
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