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Un coup de vieillesse

All'improvviso il ciclo economico appare invecchiato.

Nel giro di poche settimane si è però scoperto che i nostri topolini hanno meno muscoli (crescita) e più grasso (inflazione) di quello che si pensava. La caduta del PIL del primo trimestre, quel pesante meno 3 per cento annualizzato, era stata frettolosamente archiviata come effetto del maltempo e del miniciclo delle scorte, ma a un secondo esame è risultata dovuta anche a una discesa della produttività. Il secondo trimestre, inizialmente immaginato in fortissimo recupero, si è rivelato certamente buono, ma meno brillante della attese. L'Europa, che doveva finalmente rientrare tutta quanta in carreggiata, può esibire per ora solo risultati modestissimi.

Tiziano Vecellio. Allegoria del tempo governato dalla prudenza. 1570Le prospettive per la seconda metà dell'anno sono state anch'esse ridimensionate. Alla fine, questo 2014 inizialmente dato al 3 abbondante di crescita, risulterà essere l'ennesima conferma di quel 2 che abbiamo visto in questi cinque anni.

Il problema, strategicamente, non è la bassa crescita in sé, ma il fatto che una crescita debole stia già facendo ripartire i prezzi. Non è in questione il livello assoluto dell'inflazione, ancora accettabile, ma quanto le sta dietro e cioè la possibilità che quello che ci siamo raccontati per tanto tempo, l'esistenza di grandi risorse inutilizzate, sia almeno in parte un'illusione.

Non sono del resto solo le posizioni di lavoro particolarmente qualificate a essere difficili da coprire, se non facendo leva sulla retribuzione. Si fa ormai una grande fatica a trovare camionisti, anche a pagarli 120-150mila dollari l'anno, come si fa da qualche tempo nelle zone minerarie.

(Nella foto: Tiziano Vecellio. Allegoria del tempo governato dalla prudenza. 1570)
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