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Un piano Marshall per gli USA?

Gli USA per la prima volta nella loro storia si trovano di fronte ad una situazione nuova: non hanno più di fronte un nemico certo come era stata la URSS...

Inoltre i 2/3 dei giovani americani sono inidonei alla leva per motivi che vanno dall'obesità a bassa cultura ed a precedenti penali. La disoccupazione, oggi al 6,5%, viene mascherata tecnicamente dalla sottoccupazione che unitamente alla prima arriva ad oltre il 25%. Gran parte dei sottoccupati sono giovani che si sono laureati nelle business school grazie a prestiti bancari che però oggi non sono in grado di rimborsare (il loro debito supera i 1000 miliardi di dollari). Di conseguenza la povertà è aumentata ad oltre i 50 milioni di persone ed il 30% dei giovani è sotto la soglia della povertà.

Il perseguimento del profitto sempre e comunque ha portato ad una concentrazione di ricchezza senza pari nella loro storia, il reddito dell'1% della fascia ricca corrisponde al 40% del reddito totale. La disuguaglianza ha disgregato la società facendo esplodere patologie sociali gravissime – mortalità infantile, gravidanze precoci, omicidi, abbandono scolastico, incarcerazione, consumo di droghe, disturbi mentali, povertà... – e gli antidepressivi, prozac, sono tra i farmaci più venduti.

Il crollo del 2008 ha fatto innalzare bruscamente il debito pubblico per salvare le banche e la Fed ha risposto ai danni della finanza con la finanza emettendo una crescente massa monetaria che sempre più difficilmente trova contropartita con un corrispondente valore reale; quanto vale il dollaro oggi realmente? L'aumento del PIL potrebbe dare un segnale, anche se con l'attuale regime fiscale e redistributivo ha un'utilità negativa perché arricchisce i ricchi ed impoverisce i poveri, ma i dati non sembrano seguire i desiderata. Nei due anni scorsi il suo incremento è stato favorito anche dalla rivalutazione dei beni pubblici che però non si può fare tutti gli anni ed infatti quest'anno la crescita non sarà significativa. Senza una robusta economia reale di sola finanza non si va lontano perché la moneta non genera moneta.

La ricerca della massimizzazione del reddito ha portato le multinazionali alla delocalizzazione delle imposte, conseguente a quella del lavoro separando il capitale dal lavoro a scapito di quest'ultimo; è possibile pianificare una fiscalità prossima allo zero e lasciare gli utili fuori. La corporate–tax al 35% spinge le imprese alla ricerca di sedi fiscali più convenienti (in Irlanda la tassa è al 12,5%) così le stime parlano di oltre 1000 mld/anno di minori imposte incassate. Aumentare il debito non si può, variare le aliquote neanche, ma senza entrate si rischia di entrare in loop e di essere meno credibili sugli equilibri complessivi.

La Germania (confermata la tripla A) ha depositato presso la Fed 3400 tonnellate di oro, recentemente ne ha chiesto indietro 630 circa, ma per motivi di sicurezza ne avrà solo 34, l'1% dei depositi; ai funzionari tedeschi sembra sia stato impedito di visionare, sempre per motivi di sicurezza i loro depositi. Per contro, negli ultimi due anni sia la Russia che la Cina hanno fatto importanti operazioni di acquisto di oro. Per ragioni diverse e comprensibili, date le sanzioni possibili, la Russia ha ritirato la liquidità presso le banche ; dopo la riduzione delle sanzioni la Cina ha deciso di aumentare gli acquisti di petrolio iraniano che ancora è pagato in dollari. Il sistema scricchiola?

Forse servirebbe davvero agli una sorta di piano Marshall, ma all'inverso per recuperare una solidità sociale ed economica che sia funzionale a permettere la tenuta di equilibri globali per il bene di tutti. Oggi, però, non c'è un solo soggetto con la forza di supportare questa condivisione, la ricerca sarebbe facilitata, però, se gli provassero a mettere in discussione il loro modello socioculturale ed a favorire un percorso di condivisione per il bene comune di tutti. E' questo quello che si augurano in tutto il mondo gli uomini di buona volontà.

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