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Gettysburg

La differenza tra un evento e la sua rievocazione.

L'America non è entusiasta del dollaro forte. Un economista del Tesoro, Kenneth Austin, ha pubblicato un articolo piuttosto tecnico in cui propone che il dollaro rinunci al suo ruolo di valuta di riserva. Jared Bernstein, un altro economista di profilo più alto e vicino all'amministrazione Obama, ha ripreso il tema, sostenendo che l'America deve cominciare a preoccuparsi del dollaro forte e prevenire ulteriori apprezzamenti.

È però molto interessante che tanto Austin quanto Bernstein ce l'abbiano con l'Asia (ex Giappone) e non con l'Europa. La Bce non accumula dollari per tenere basso l'euro, mentre le banche asiatiche lo fanno e in questo, secondo i due autori, si comportano slealmente.

Il ballo alla fine della battaglia. Gettysburg. 2013Letto in chiave politica, gli Stati Uniti accettano come un male necessario e inevitabile il deprezzamento dell'euro, ma intendono compensarlo almeno in parte con una rivalutazione dell'Asia. In realtà è poco realistico che Corea e Cina accettino in questa fase di rivalutare, ma il messaggio, tra le righe, è quello di non provare nemmeno a svalutare.

L'euro strutturalmente debole, il dollaro strutturalmente forte e la Cina che dovrà restare agganciata al dollaro e che vuole fare salire la sua borsa ci inducono alle seguenti conclusioni operative.

1) Ridurre le posizioni sulla borsa americana e compensarle parzialmente con acquisti su Hong Kong e Shanghai.
2) Mantenere e allargare le posizioni azionarie sugli esportatori europei, beneficiari dell'euro debole.
3) Tenere il resto del portafoglio in dollari con duration limitata.

(Nella foto: Il ballo alla fine della battaglia. Gettysburg. 2013)
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