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Il deserto dei Tartari

Con tutti questi segnali arriverà finalmente il tanto atteso nemico?

Nel bellissimo romanzo di Dino Buzzati (del quale tuttavia personalmente prediligo lo stile lancinante dei "60 Racconti", vere fucilate allo stomaco del lettore: imperdibile da chiunque ami la letteratura italiana di metà '900), il Sottotenente Giovanni Drogo consuma la sua esistenza nelle Fortezza Bastiani, nella perenna attesa di un nemico che non arriva mai. E quando il nemico arriva lui è salito di grado ma è stanco, vecchio, impreparato, malato: una divisa vuota, come l'immagine della copertina del libro, e si ritrova a morire da solo nelle retrovie, ripensando al senso della sua vita consumata nell'attesa.

Il parallelo con l'investitore, in questo autunno 2014, è fin troppo facile: attestato nella Fortezza Bastiani delle sue piccole certezze, con la scarsa difesa di rendimenti ai minimi e supportato da lontano dal generico quanto vago esercito delle Banche Centrali, l'investitore si sente minacciato da un'oscura presenza, la Grande Correzione, della quale tutti parlano ma che alla fine non arriva mai. Ne arrivano propaggini, sentori, si teme l'arrivo del Rialzo dei Tassi o quello di una nuova Recessione, ma la vita va avanti e in fondo succede poco, forse nulla. Wall Street continua a fare ciò che fa benissimo da decenni: far pentire i ribassisti sull'indice S&P. E quand'anche i ribassisti hanno ragione, e succede poche volte e quasi sempre così di colpo che non se ne rendono conto neppure loro, si accorgono solo che il mercato che stanno combattendo è comunque il più forte e che avrebbero fatto meglio a trovarsi un avversario più malleabile.
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