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Un governo "metafisico" e lontano dal reale

Governare la realtà senza conoscerla nella sua funzionalità non consente di rispondere ai problemi in modo adeguato, è una politica "metafisica" incapace di pensare.

3) Decreto sulla corruzione

Il decreto anticorruzione è l’apoteosi della normazione fine a sé stessa che crea solo problemi senza risolverli; partiamo da un dettaglio dove, come si usa dire, si nasconde il diavolo: la possibilità di fare denunce anonime. Di per sé può avere un senso ma la storia ci insegna che non ha mai veramente funzionato anche in casi molto più limitati; la Repubblica di Venezia aveva provato con le bocche dei leoni nel palazzo dei Dogi per poi obbligare a firmare le lettere che inondavano il palazzo. Ora proviamo ad immaginare cosa possa volere dire una cosa del genere nel nostro paese lasciando dire tutto a tutti su tutto e su tutti; una montagna di carta per scatenare la rabbia e la voglia di rivendicazione che in una società ingiusta come sta diventando la nostra si riverserà nella posta comunale. Forse ci potrà essere qualche informazione utile, ma sarà irriconoscibile nel defatigante lavoro di aprire e leggere le lettere che saranno "attentamente" esaminate.

Ma quanto costa in termini di tempo e di attività una mole ingente di lettere in definitiva inutile, ma solo in grado di dare evidenza all’incapacità di controllo sui fondamentali che questo stato ha ormai perso, delegando alla denuncia anonima la difesa di un degrado morale inarrestabile.

Il resto della legge composta di un articolo fatto da 83 commi in 37 pagine è tutto un rituale di atti formali, di norme, indicazioni generali senza toccare e capire mai i problemi e le implicazioni organizzative e le sole cose che contano in un sistema anticorruzione ed antifrode: il controllo di gestione, sempre presente nei dettati normativi, ma mai applicato, e la funzione di internal audit a cui demandare la responsabilità e l’indipendenza per un controllo serio ed efficace. Il tutto viene disarticolato all’interno delle strutture con l’obbligo di valutare quelle performance che sono alla fine della filiera del controllo a cui mancano però gli step precedenti fondamentali; si costruisce una casa senza le fondamenta. Possibile che chi scrive questi dettati normativi non si renda conto dell’astrattezza e della confusione organizzativa che genera?

"Non si mette il vino nuovo nelle botti vecchie" dicevano i nostri anziani che erano conoscitori della realtà perché l’avevano sperimentata sulla loro pelle, ora però abituati alle navicelle spaziali riteniamo di potere vedere il mondo da altri pianeti. Purtroppo vale anche il vecchio adagio: "Chi è causa del suo mal pianga se stesso".

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