In realtà la proposta del prof. Guarino è più complessa. Egli propone in primo luogo una prima aggregazione dei quattro paesi euro mediterranei con una loro moneta comune e
governo politico della stessa, senza la
Francia; una seconda aggregazione con la Francia; in terzo luogo, una riaggregazione di tutti i paesi dell'attuale eurozona. Personalmente non sono contrario alla geometria variabile considerate le diversità strutturali che caratterizzano le economie dei diversi paesi europei. I problemi di fondo restano quelli di aggregazioni di
economie con strutture economiche simili che consentono il migliore funzionamento di un'area valutaria ottimale e che prevedano anche trasferimenti compensativi in caso di
shock esterni. Di certo, il sistema si complicherebbe non poco. Non ultimo, non è chiaro come queste diverse aree monetarie all'interno dell'
Unione a 28 si concilierebbero con il regime generale di piena libertà dei
movimenti di capitale e di concorrenza fiscale senza provocare tensioni probabilmente esplosive.
Per questi motivi, a me sembra più realistica la proposta di riformare i Trattati per colmare i vuoti di potere al centro, riformare lo statuto della
BCE e modificare sostanzialmente le regole di bilancio che fin qui hanno impedito di conciliare la stabilizzazione con il sostegno alla crescita del reddito e dell'
occupazione. Mi rendo conto che la revisione dei Trattati può richiedere tempi lunghi, ma è un fatto che l'Italia ha perso ben dieci mesi a cercare qualche margine di
flessibilità rispetto alle regole rigorose del Patto di stabilità mentre, avrebbe dovuto chiedere subito la introduzione della deroga (golden rule) per indebitarsi e finanziare un piano di
investimenti pubblici. Infine , senza illudersi che questa proposta possa essere risolutiva perché il vero problema è e resta squisitamente politico. Per cambiare politica economica generale dell'Unione non bastano le modifiche ad alcuni meccanismi tecnici, serve il rovesciamento della maggioranza di
centro-destra pervicacemente legata alle stolte politiche di austerità che tanti danni e sofferenze hanno inflitto alle popolazioni dei paesi
euromed. Forse non è un caso che proprio da questi paesi stanno emergendo delle novità politiche significative – vedi il caso
Podemos in
Spagna e quello di
Syriza in
Grecia - che potrebbero dare maggior forza e consenso alla proposta.
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