Per quanto formalmente ineccepibile, un compromesso del genere rappresenterebbe comunque una vittoria politica di
Tsipras e una sconfitta della
Merkel. Per questa ragione
Tsipras, il suo pacchetto, se lo dovrà sudare. La Merkel cercherà di logorarlo, di prendere tempo, di passare le elezioni locali in programma in Germania nelle prossime settimane (a partire da domenica nella rossa Amburgo) senza cedere troppi voti ad Alternative für Deutschland. Alla fine, quando la Grecia sarà uscita dalle prime pagine dei giornali, arriverà l’accordo.
Sarà da tenere d’occhio con molta attenzione la
proposta, per il momento ritirata da Varoufakis, di indicizzare il valore nominale del debito al Pil greco. È un’idea su cui Bruegel ha lavorato molto negli ultimi anni, non solo per la Grecia ma per mezza Europa, Francia inclusa.
A favorire la linea temporeggiatrice della Merkel c’è anche la grande compostezza dei mercati, sostenuta a sua volta dal
Qe europeo. I mercati tranquilli indeboliscono molto il potere contrattuale di Tsipras, che da leader carismatico si rafforza in situazioni drammatizzate.
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