Altri esempi ancora più clamorosi di scostamento tra percezione e realtà sono la sensazione che il ritmo della
crescita globale dal 2009 a oggi sia molto inferiore rispetto a quella degli anni Novanta e Duemila (è identico) e che il
debito globale in rapporto al Pil, dal 2009, sia calato (è cresciuto del 30 per cento).
La vera leccornia, per i lettori di giornali vecchi, restano comunque le annate 2011 e 2012, dedicate in gran parte all’uscita della Grecia e dell’Italia dall’euro. Oggi Grecia e Italia hanno un debito pubblico più alto di allora, ma i Btp sono ai massimi di tutti i tempi, mentre la
minaccia greca di uscire dall’euro sembra
non suscitare nemmeno uno sbadiglio nelle borse, che ogni giorno segnano nuovi record.
Teniamoci da parte i giornali di questi giorni. Quando, fra due anni, troveremo il tempo di leggerli, sapremo con il senno del poi se la sottovalutazione dei problemi di oggi è giustificata o se è solo l’altra faccia della sopravvalutazione del 2011-12.
Nel frattempo, nel nostro stato inevitabile di semiciechi che vedono (male) solo il presente, continuiamo a essere neutrali sul
dollaro e molto più positivi sulle borse europee che su quella americana, che sale anche lei ma non si capisce perché.
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