Un
ruolo determinante in questi ultimi anni è stato svolto dal FMI che si è staccato dagli indirizzi fondamentali a cui il suo statuto l'aveva costituito, infatti anche la sua linea è diventata di tipo neoliberista lasciando quella keynesiana per la quale era stato pensato. Per non dimenticare, gli scopi "assoluti" elencati come premessa dello statuto erano:
- Promuovere la "cooperazione" monetaria internazionale... con consultazioni e "collaborazione”
- Facilitare l'espansione e la crescita "equilibrata" del commercio internazionale... e contribuire a mantenere elevati livelli di "occupazione e di reddito" e sviluppare le risorse di tutti i paesi
- Promuovere la "stabilità dei cambi… evitare svalutazioni competitive dei tassi di cambio"
- "Aiutare" un sistema di pagamenti... eliminare le restrizioni valutarie che limitano il commercio...
- Assicurare agli stati membri la disponibilità temporanea di risorse... ed "evitare di ricorrere a misure che rischierebbero di compromettere la prosperità nazionale o internazionale"
- Conformemente a quanto sopra "ridurre la durata e l'ampiezza degli squilibri"
In tutte le sue politiche e decisioni il FMI si ispira agli scopi enunciati in questo articolo.
Il confronto con la situazione attuale è in stridente contraddizione nei fatti tra statuto ed operatività del FMI.
Quelle regole erano scritte per un sistema economico che affondava le sue radici nell'economia reale, ma a partire dalla caduta del muro di Berlino gli interessi della finanza, della politica ed anche dell'Accademia hanno forzato un cambiamento della realtà e della genesi dell'economia che è stata fatta diventare un gioco matematico e piegata alla finanza ed ad un monetarismo senza limiti tecnici né morali;
il neoliberismo spinto all'eccesso è diventato dominante e puro potere.
Il nuovo secolo si è presentato con un disastro di immani proporzioni che non sappiamo ancora se e come finirà; i prodotti tossici creati da matematici, fisici nucleari, statistici hanno allontanato il loro mondo di formule dal mondo reale e contribuito a giustificare mezzi che sono diventati di oppressione. La
crisi dei sub-prime ha dato evidenza che il sistema monetario non poteva essere senza regole perché avrebbe distrutto i sistemi sociali. Il FMI non ha posto resistenza alla dirompente invasione di questo modello culturale e si è allontanato dalle radici di salvaguardia dell'economia reale per il quale era stato costituito avvallando operazioni finalizzate a forme di destabilizzazione sociale e politica; di questo esercizio di potere
la Grecia è stata la prima vittima ed ora siamo a domandarci come finirà.
La svolta decisiva è stata avviata nel febbraio del 2010 quando, come riferisce un articolo del Wall Street Journal ripreso da Repubblica il 27 febbraio dello stesso anno, si incontrano in una piccola banca di New York (Monnes, Crespi, Hardt& co) operatori finanziari di hedge – fund e banche d'affari per accordarsi su un attacco speculativo sull'euro e quindi sui suoi sistemi sociali. Nella stessa settimana si registra un'impennata dei contratti "futures" legati alla previsione del ribasso dell'euro e nessuna reazione dei regolatori assopiti o forse consenzienti.
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