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La coperta corta

Ci sono dei problemi, ma non sono insuperabili

Nell’era (dicono) delle variazioni climatiche improvvise e violente anche i mercati finanziari cominciano a muoversi in modo diverso dal passato. Una giornata in cui il rendimento dei Bund raddoppia, in cui il Dax ha un’escursione del 5 per cento tra i minimi e i massimi e in cui il rendimento dei Treasuries aumenta proprio mentre veniamo a sapere che il Pil americano è rimasto immobile nel primo trimestre merita qualche riflessione.

La prima è che la coperta della crescita globale, che già non era abbondante, è andata accorciandosi negli ultimi mesi. Oltre all’America, di cui si è detto, anche la Cina sta rallentando vistosamente, mentre alcuni importanti paesi emergenti, come Russia e Brasile, sono entrati in recessione. L’eccezione è l’Europa, che nel primo trimestre è probabilmente cresciuta a una velocità annualizzata del 2.5 per cento, il livello che avrebbe dovuto essere raggiunto dall’America e che invece è stato da questa mancato clamorosamente.

La seconda riflessione è che l’inflazione, data continuamente sul punto di inabissarsi o impennarsi, si mantiene più calma degli osservatori che la commentano. Dietro questa calma c’è però il lavoro titanico dei rapporti di cambio tra le valute che, muovendosi, redistribuiscono la poca inflazione e la poca crescita di questo mondo in modo da non fare mancare a nessuno un po’ dell’una e un po’ dell’altra.

(Nell'immagine: Dong Kingman. The Raised Bridge. 1934)
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