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Dalla retta al cerchio

Qualcosa sta cambiando sul serio

Nel breve, infatti, è praticamente certa l’accelerazione americana (non difficile, a dire il vero, dal momento che si parte da un primo trimestre a crescita zero), così come è probabile che l’Europa, dopo un ottimo primo trimestre, abbia altri tre-sei mesi come minimo decorosi. Anche la Cina, che si è avviata con decisione verso una politica monetaria espansiva, avrà un recupero di crescita forse sorprendente nella seconda parte dell’anno.

La fragilità del mondo è però strutturale e i problemi strutturali hanno il brutto vizio di ripresentarsi periodicamente. Steven Ricchiuto di Mizuho fa notare che una parte rilevante della ripresa industriale americana di questi anni ha ruotato intorno all’automobile, tipicamente acquistata a rate. Un modesto rialzo dei tassi potrebbe bloccare il settore. Più in generale, bisogna ammettere che quella dell’imminente decollo della crescita strutturale americana è una leggenda metropolitana che circola da molti anni e che non si è mai realizzata, né si vede onestamente perché debba cominciare a realizzarsi proprio adesso. Con la produttività a crescita zero e un incremento demografico molto più debole di quello di una volta le stime di crescita economica a lungo termine non possono che essere basse.

Piet Mondrian, Composizione No. 10Quanto all’Europa, se la ripresa in corso si dovesse tradurre in tassi oltre i livelli attuali e in un euro in ulteriore significativo recupero verrebbero presto meno i benefici del Quantitative Easing e si tornerebbe alla condizione di partenza che, lo ricordiamo, non era certo esaltante. In Cina, infine, se la riaccelerazione sarà dovuta solo a nuovi programmi di opere pubbliche e all’euforia da rialzo di borsa (l’agenzia governativa Xinhua ha confermato che il consolidamento in corso sarà breve e che il rialzo riprenderà) la qualità della crescita sarà sempre più bassa.

In pratica, quindi, un rialzo globale dei tassi di mercato metterebbe un freno alla crescita in tempi più brevi rispetto a quelli che abbiamo visto in passato. Basterebbe un errore di manovra della Fed o un trimestre di crescita deludente per fare scendere i rendimenti di mercato con la stessa velocità con cui stanno salendo in questi giorni. Un’altra giostra, quindi, quella tra tassi e crescita.
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