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Il mondo che verrà

Più rischio e meno rendimento per tutti

Il mondo degli investitori si divide in due, quelli che hanno cavalcato il rialzo di borse e bond dal 2009 a oggi e quelli che, terrorizzati dal disastro del 2008, sono rimasti a guardare e si sono tenuti liquidi. I primi hanno fatto (o quanto meno recuperato) un sacco di soldi, i secondi sono stati scientificamente tosati dai policy maker attraverso rendimenti reali (e di recente anche nominali) negativi.

Spesso fare tanti soldi dà alla testa. Un lungo bull market intossica la mente e chi vi prende parte comincia presto o tardi a sentirsi particolarmente intelligente e a pensare di essere tra i pochi che hanno capito che il mondo ha imparato a non cadere nei soliti errori ed è davvero cambiato in meglio. È la fase in cui gli investitori più smaliziati tirano i remi in barca, mentre quelli che sono stati semplicemente fortunati si fanno prendere dall'entusiasmo e iniziano a credere alle teorie degli aedi delle magnifiche sorti e progressive che attendono l'umanità. Un triste destino li aspetta, ma ancora più triste è quello di chi è rimasto prudente per tutto il rialzo e decide di entrare al penultimo o all'ultimo momento. La bolla del 1999-2000, come tutte le bolle, fu creata in gran parte proprio dai convertiti dell'ultima ora.

Oggi il clima è però diverso, quanto meno in apparenza. I grandi gestori, quelli bravi davvero, non stanno manifestando nessun entusiasmo. I più scettici sono proprio quelli che hanno cavalcato di più il rialzo. Anche gli investitori individuali, quelli che di solito ci lasciano le penne, non stanno facendo follie per l'azionario. In America i fondi azionari registrano da mesi flussi netti in uscita, non in entrata.

(Nell'immagine: Auto che guidano da sole in un'anticipazione futurista degli anni Sessanta)
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