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Esperimenti monetari

Lo Zimbabwe torna all’ortodossia. E la Grecia?

Il coraggioso esperimento monetario si chiude quindi con 10 alla 25esima dollari Zimbabwe di oggi che valgono come un solo dollaro Zimbabwe del 1981. Il paese, che aveva agganciato alla pari il suo dollaro a quello americano, torna al punto di partenza e adotta direttamente il dollaro americano come valuta ufficiale. Già oggi, del resto, gli scambi vengono regolati in Zimbabwe in varie valute. Gli indiani, molto forti nel settore commerciale, usano le rupie, i cinesi usano i renminbi e tutti gli altri si arrangiano con i rand sudafricani, le pule del Botswana o i dollari americani. Il paese è felicemente multiculturale e multivalutario.

Fortunatamente, per un esperimento che si avvia al tramonto in Africa, un altro potrebbe vedere l’alba in Europa nelle prossime settimane se il governo greco inizierà a pagare le pensioni e gli stipendi di luglio in cambiali denominate in euro greci, che staranno all’euro europeo come il dollaro dello Zimbabwe stava inizialmente rispetto al dollaro americano, cioè alla pari.

Lo Zimbabwe è un paese sicuro. Si può circolare con pacchi di banconote da 200mila dollari e nessuno ve le porta viaDi stampare dracme, infatti, per il momento non si parla anche perché, come fa notare Erik Nielsen, la Grecia non dispone di rotative adeguate (se avesse ordinato dracme a uno stampatore estero lo si sarebbe venuti a sapere). Con banconote stampate male, la Grecia diverrebbe come la Somalia, un paese in cui si accettano indifferentemente i vecchi biglietti legali e quelli contraffatti.

La vicenda greca, comunque la si giri, resterà intricata a lungo. Il paradosso è che tanto Tsipras quanto i creditori vogliono che la Grecia resti nell’eurozona. C’è anche l’accordo sull’avanzo primario, anche se c’è divergenza sui mezzi per raggiungerlo. L’Europa vorrebbe una riforma delle pensioni, mentre Tsipras vuole raccogliere soldi con condoni una tantum e con la tassazione delle televisioni che gli fanno opposizione.
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