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Non di sola Grecia

Non vediamo l’ora di tornare a preoccuparci per i tassi

La Conferenza di Tehran del 1943 durò cinque giorni. Sette giorni furono necessari per quella di Yalta nel febbraio 1945 e cinque bastarono per quella di Potsdam le luglio dello stesso anno. In 17 giorni totali, le tre conferenze concordarono la strategia di guerra, prepararono il dopoguerra, ridisegnarono di nuovo l’atlante del mondo, divisero l’Europa in due, esaminarono e scartarono la proposta britannica di trasformare la Germania in un paese di agricoltura e pastorizia, spostarono la Polonia verso occidente di qualche
centinaio di chilometri, cancellarono gli stati baltici, crearono la Mongolia, ripristinarono la Corea, soppressero lo stato mancese, ritoccarono i confini cinesi, verificarono l’assetto coloniale e prepararono le line guida per l’istituzione delle Nazioni Unite. Stalin e Churchill, che secondo alcuni storici furono negoziatori non meno tosti di Tsipras e Juncker, riuscirono a litigare solo sulla Grecia ma trovarono velocemente un accordo in base al quale l’Unione Sovietica si teneva il 10 per cento di influenza sul paese e la Gran
Bretagna il 90 restante. Se fosse stato il contrario la Grecia sarebbe forse oggi un paese liberista a basso welfare e basso debito e fiscalmente prudentissimo, come lo sono tutti i paesi usciti dall’orbita sovietica.

La Conferenza di Pace di Parigi del 1919La conferenza di Bruxelles sull’aumento dell’età pensionabile in Grecia, iniziata nel febbraio 2015, ha già raggiunto il suo quinto mese. Si tratta di una conferenza globale perché non coinvolge solo i 19 capi di stato e i 19 ministri delle finanze dell’Eurozona, la Bce e la Commissione ma anche gli Stati Uniti che, come si è scoperto, intercettano tutte le telefonate tra i negoziatori e poi chiamano subito dopo per dire la loro. La conferenza si svolge giorno e notte e i poveri negoziatori, che sono costretti a ritmi massacranti, trasmettono crescente stanchezza e irritazione. Lontane e sbiadite appaiono le immagini di Stalin, Roosevelt e Churchill che negoziavano rilassati sotto le palme e le brezze dei giardini dell’albergo di Yalta, con vista sul Mar Nero, o quelle di Truman, Stalin e Churchill sorridenti sotto i tigli del castello di Potsdam nel luminoso sole di luglio. Erano tempi semplici.
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