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Il “Monopoli” globale della Finanza e la Grecia

"Tanto tuonò che non piovve" dovrebbe essere il commento per la chiusura provvisoria della crisi greca ma sembra non sarà così

La moneta acquisisce valore in sé stessa – "pecunia non paruit pecunia" dicevano i romani - la moneta rimane solo carta senza valore se non rappresentata da un controvalore reale; i prezzi dei beni reali sono determinati da aspettative di prezzi futuri fatte da sterminate scommesse future sganciate dalla realtà, così il loro valore finanziario non coincide con il loro valore reale. In questo modo si possono determinare gli andamenti dei prezzi di beni slegati da criteri di mercato reale, ma funzionali a usarli come strumento di dominio, basti pensare alle commodities dei paesi poveri che lo diventano sempre di più.

"La crisi finanziaria del 2007-2008 era l'occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dell'attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non c'è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo. La produzione non è sempre razionale, e spesso è legata a variabili economiche che attribuiscono ai prodotti un valore che non corrisponde al loro valore reale" ("Laudato sì", 189, 2015).

La caduta del muro di Berlino ed il venire meno del nemico esterno che teneva uniti tutti spalanca, in modo strumentale ma non scientifico, le porte della conoscenza e dell'Accademia ai mercati razionali, a immensi volumi di carta-moneta di cui non si capisce più il valore ma solo il potere e noi subiamo tutto senza fiatare. Ma l'inganno è evidente perché l'infinita massa monetaria è contraddittoria con la dimensione del finito in cui vive la dimensione umana e naturale, la moneta opera in un infinito negativo che uccide il bene comune, come affermava in la "Summa" Tommaso d'Aquino, quando parlava dell'usura.

La realizzazione di moneta per creare continuamente altra moneta "distrugge ogni ordine sociale, ogni decenza e bellezza" (Ezra Pound) e diventa una contraddizione logica nei fatti, ma non ci si ferma neppure di fronte all'evidenza; il "cattivo infinito" della crescita illimitata della moneta avviene ai danni della collettività e distrugge il "bene comune". Il neoliberismo impone la deregulation e nella finanza questo genera una concentrazione di ricchezza non governabile dai singoli stati che subiscono il dominio, il processo viene accelerato dalla globalizzazione che consente l'invasione di masse monetarie senza limiti; come può coesistere un infinito monetario con una finitezza dei beni reali che dovrebbero essere la contropartita?

La concentrazione e la mancanza di regole favoriscono il diffondersi "razionale" di strumenti di misurazione degli equilibri finanziari dei paesi su misuratori – spread, rating… - i cui andamenti sono governabili alla bisogna; basta guardare gli andamenti dello spread e del rating dei paesi europei, prima indebitati, nella campagna d'Europa del 2010-2013; dati assolutamente asimmetrici al principio di razionalità ma funzionali a forzare decisioni interessate. Avere in mano il debito dei paesi è la condizione essenziale per indurli a fare le leggi che servono, così funziona la garrota della finanza e lo vediamo ogni giorno.
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