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Wall Street: la Dow Theory riapre la porta all'Orso?

La Teoria di Dow è il più antico e certamente il più pubblicizzato metodo per l'identificazione delle principali tendenze del mercato azionario

3. Le tendenze si suddividono in fasi

FASI DI MERCATO

RIALZO (Uptrend) RIBASSO (Downtrend)
Accumulazione Distribuzione
Convinzione Panico
Speculazione Frustrazione

UPTREND

Accumulazione: nella prima fase di mercato Toro si è appena usciti da una fase di calo o di ristagno economico e scontate le peggiori notizie, torna la fiducia tra gli operatori. Gli investitori più accorti incominciano a comprare a prezzi molto bassi per poi aumentare gradualmente gli acquisti man mano che il volume delle vendite tende a diminuire. Il trend gira risoluto al rialzo ma con cautela

Espansione: sopraggiunge una seconda fase in cui si realizza un vero e proprio risveglio economico. Per effetto del migliorato clima generale, i titoli continuano a salire e i volumi ad aumentare poiché durante questa seconda fase, l'insieme dei piccoli risparmiatori si accoda al trend rialzista ed accresce la pressione d'acquisto.

Speculazione: viene così la fase finale del mercato primario Toro. La terza fase è distinta dall'eccesso di fiducia degli investitori, le notizie meno buone si tralasciano e le quotazioni toccano valori folli scontando utili e buone notizie dei 10 o 20 anni futuri. Il mercato Toro, in teoria, è finito e una netta inversione di tendenza diventa ogni giorno più probabile. Si raggiunge un eccesso di speculazione che nella peggiore delle ipotesi può anche culminare in una grande bolla speculativa dal cui scoppio deriva il classico crollo di borsa. A prescindere dalla bolla segue un mercato Orso che si compone anch'esso di tre fasi.

DOWNTREND

Distribuzione: nella prima fase di un mercato Orso gli investitori più esperti alleggeriscono le proprie posizioni perché il rischio degli investimenti non è più accettabile e le quotazioni non più giustificate su basi fondamentali. Il grande pubblico, invece, preso dall'euforia continua a comprare in vista di facili guadagni, il volume degli scambi è elevato ma tende a diminuire durante i brevi movimenti di correzione. Inizia a sentirsi nell'aria la sfiducia degli investitori e se non se ne esce i tempi brevi, l'illusione di facili guadagni diventa presto la realtà di veloci perdite.

Panico: la seconda fase inizia quando all'incertezza subentra il pessimismo e poi la paura che infine diverrà panico. In questa fase si verifica realmente il declino dell'attività economica e dei profitti. Il mercato azionario continua la sua discesa data l'assoluta mancanza di prospettive.

Frustrazione: nella terza e ultima fase, la caduta dei prezzi diventa pressoché verticale e i volumi raggiungono livelli elevatissimi, le azioni perdono valore di giorno in giorno.

Solo quando tutti i fattori fondamentali e psicologici che hanno determinato il ribasso sono stati scontati dai prezzi, il mercato Orso può considerarsi finito e un nuovo ciclo può ricominciare.

4. Le relazioni tra prezzo e volume costituiscono lo sfondo

La situazione normale è quella in cui il volume degli scambi si espande durante la crescita e si contrae durante il declino; il volume che non reagisce ad un aumento di prezzo o si espande durante il declino può rappresentare un segnale che la tendenza in corso subirà presto un'inversione. I volumi, quindi, generalmente devono confermare il trend.

Negli Uptrend: i volumi devono essere in aumento e di entità rilevante. Essi sono il carburante per la crescita dei prezzi; in assenza di compratori determinati, i prezzi sono destinati a scendere anche solo a causa del loro stesso peso.

Nei Downtrend: i volumi sono in genere scarsi, alcuni picchi sono riscontrabili solo all'inizio e alla fine del trend ribassista, nelle fasi di panic selling, e al completamento di alcune particolari figure di analisi tecnica.

Le divergenze: una divergenza tra prezzo e volume segnala, come detto, una probabile inversione di tendenza o comunque, non piena affidabilità del movimento in atto.

5. L'azione del prezzo determina la tendenza

Le indicazioni di rialzo sono date dai successivi incrementi che superano i precedenti punti di massimo, mentre un minimo che si può presentare nel frattempo è meno incisivo di quello che l'ha preceduto; al contrario, indicazioni di discesa sono evidenziate da una serie di punti di massimo e di minimo in declino. Questa è forse la parte della teoria più difficile da interpretare, e senza dubbio quella decisiva.
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