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Guerra e altro

Mercati solidi, ma si deteriora il rapporto tra rischio e rendimento

Il disgelo con Mosca porta buone notizie anche all'Ucraina. La guerra è congelata, il debito è stato ristrutturato con successo (con l'avallo, annunciato al G-20, del creditore Putin). Da questo traggono benefici la Germania e il Dax.

Il medio termine appare però oscuro o quanto meno difficile da decifrare. Quella che la rivista Limes chiama Caoslandia, la vastissima terra del caos che si estende dall'Africa all'Asia meridionale, bussa alle nostre porte. I flussi migratori destabilizzano la piccola e fragile Europa. Per una difficile unione bancaria che si crea, si alzano muri sempre più alti tra un confine nazionale e l'altro. Come nota Stratfor, nel 2017 Francia e Germania avranno comunque leadership più euroscettiche di quelle odierne. L'America sarà forse più isolazionista.

New York, il memoriale per le vittime dell'Undici SettembreSe l'Isis ci fa paura, un'altra guerra ancora più temibile si affaccia all'orizzonte. L'autorevole rivista medica Lancet ci informa che i batteri stanno rapidamente recuperando il terreno strappato loro con gli antibiotici. Ci siamo compiaciuti per Internet e per le nanotecnologie, ma il rischio di morire per un'infezione, che secondo Lancet sta crescendo esponenzialmente in modo inarrestabile, rischia di portarci entro pochi anni indietro di un secolo, quando però eravamo cinque volte meno di oggi.

Per fortuna il breve termine è più controllabile e meno minaccioso, o almeno così ci appare. Le banche centrali tengono in pugno i mercati, il Qe europeo e giapponese crea ogni mese 125 miliardi di base monetaria, le politiche fiscali, sia pure sottovoce, si stanno facendo espansive. La linea ufficiale europea, l'austerità, rimane in vigore nei trattati, ma viene svuotata giorno dopo giorno da un'interpretazione discrezionale delle formule sempre più oscure con cui viene calcolato l'output gap. Gli obiettivi di bilancio così ricalcolati vengono a loro volta sempre più tranquillamente mancati nel nome delle emergenze. Per la Germania sono i costi dell'arrivo dei migranti, per la Francia le nuove spese per la sicurezza e per la guerra, per Spagna e Portogallo è il quadro politico, per l'Italia è semplicemente la voglia di abbassare qualche tassa.

7 July Memorial. Londra. In onore delle 52 vittime degli attentati del 2005Il 2016, incognite a parte, non si profila brutto per la crescita globale e appare per adesso come un prolungamento del 2015. L'Europa accelererà ancora ma a un certo punto il processo di indebolimento dell'euro dovrà arrestarsi e forse cedere il posto a un modesto recupero. Stare lunghi di dollaro e di borse europee ha ancora senso, ma quello che dovrà cambiare, nei portafogli è il livello complessivo di rischio.

Il rapporto tra rischio e rendimento, infatti, è destinato a deteriorarsi, lentamente ma inesorabilmente. Alle strategie direzionali, che finora hanno pagato bene e richiesto uno sforzo minimo, dovranno gradualmente subentrare strategie long/short e modalità più tattiche di allocazione. Si potrà ancora guadagnare, ma bisognerà lavorare di più.

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