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Il paradosso

Tutto cash o tutto azioni potrebbe essere indifferente

Studiare la teoria del rimpianto può essere un esercizio utile mentre ci si prepara tutti quanti a impostare la strategia di portafoglio per il 2016. Per come lo possiamo vedere oggi, il 2016 non si profila come un anno normale. Definiamo qui come normale un anno in cui gli strategist e i gestori si aspettano un 5-10 per cento di rialzo azionario e un ritorno più modesto, ma comunque positivo, per la parte obbligazionaria.

Il centro di King Abdullah CityIl 2016 non appare normale perché le borse potrebbero rendere zero e i bond potrebbero anche avere un rendimento finale leggermente negativo. Stare totalmente investiti in azioni potrebbe quindi rendere zero come la liquidità del conto corrente e fare diventare irrilevante, ex-ante, qualsiasi scelta di portafoglio.

Il paradosso di tutte le scelte è che più sono difficili e perfino dolorose, più è indifferente prendere l'una strada o l'altra. Più ci tormentiamo e meno ha senso tormentarci. Se i pro e i contro di ogni opzione si equivalgono ha perfettamente senso, almeno in astratto, lasciare decidere alla monetina lanciata per aria.

Se infatti pensassimo che il 2016 sarà un anno catastrofico, o anche semplicemente negativo, la scelta di stare completamente liquidi sarebbe obbligata e quindi facile. Quelle che si vedono all'orizzonte, tuttavia, non sono le nuvole nere della fine del ciclo, ma quelle bianche e non particolarmente minacciose che del ciclo annunciano la maturità compiuta e forse, in America, l'ingresso in una terza età ben portata che si profila piuttosto lunga.

Ecco quindi il paradosso dell'indifferenza. Il cash impiegato in titoli di stato a un anno ha rendimento negativo, quello lasciato alla banca (che prima o poi scaricherà sui correntisti i tassi negativi) è comunque un prestito, che in tempi di bail-in (Cipro insegna) è per il momento ragionevolmente sicuro, ma che in caso di nuova recessione potrebbe esserlo meno.
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