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Nomadi incursori

Da Genghiz Khan a Kyle Bass, dalle steppe alla grande Pechino

Disapprovo quello che dici, ma mi batterò fino alla morte affinché tu abbia il diritto di dirlo. Nello spirito di questa celebre frase (che Voltaire non pronunciò mai e che Evelyn Hall inventò nel 1903 per sintetizzarne il pensiero) vorremmo spendere qualche momento per difendere i diritti e l'immagine degli short, i ribassisti che vendono quello che non hanno e puntano a una discesa delle quotazioni per potere ricomprare più in basso.

Difendere i ribassisti è particolarmente difficile in momenti come questo. Alcuni di loro assomigliano ad Attila, a Genserico o a Genghiz Kahn e sembrano cavalcare nel vento dalle steppe dell'Asia centrale per mettere a ferro e fuoco le nostre belle città. Sanno che non saranno ricordati per quello che hanno costruito e forse nemmeno per quello che hanno distrutto, ma per qualcosa di molto più profondo e che è la materia prima di cui vivono, la paura che riescono a incutere.

La paura spiega la velocità con cui i nomadi predatori hanno piegato vasti e consolidati imperi. Il sistema di conquista è sempre lo stesso. Dopo avere distrutto la prima città lungo il cammino e ucciso tutti gli abitanti, si chiede alla città successiva se preferisce arrendersi o subire la stessa sorte. La seconda città si arrende e da quel momento in avanti l'invasore appare invincibile e inarrestabile. Sono le stesse vittime a lavorare per lui, passando dalla sua parte e provocando un effetto domino.

Il secondo fattore sfruttato dagli invasori è il senso di invincibilità degli invasi nel momento in cui questi hanno in realtà smesso di volere combattere e delegato a mercenari la difesa delle loro frontiere per vivere una vita agiata e compiaciuta nelle loro grandi capitali. Né il limes romano né la Grande Muraglia cinese, meraviglie dell'ingegneria, riescono però a difendere gli imperi nel momento in cui questi si sono già indeboliti dall'interno. Anche senza Attila e Genghiz Kahn, la Romània e la Cina sarebbero state messe in ginocchio da rivolte contadine e si sarebbero presto frantumate in potentati locali controllate da signori della guerra.

(Nell'immagine: Papa Leone incontra Genserico per scongiurare il Sacco di Roma. Miniatura del 1475)
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