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L'errore di Newton

Capire le stelle, ma non la follia degli uomini

Di Sir Isaac Newton (1642-1726) sono ben noti i formidabili contributi alla fisica (meccanica classica, gravitazione universale, ottica) e alla matematica (calcolo infinitesimale). Un po' meno noto è che fu un devoto cristiano (pur con qualche traccia di arianesimo), studioso di religione e biblistica, e al tempo stesso appassionato di alchimia ed esoterismo. Fu proprio l'alchimia, del resto, a familiarizzarlo con la possibilità di una forza che agisce anche a grande distanza, la gravitazione. Da qui l'accusa, di cui fu oggetto, di introdurre forze occulte nella scienza.

Ancora meno noto è che Newton fu per trent'anni responsabile della zecca inglese, che ebbe grandi successi nella lotta alla contraffazione delle monete (un reato punito allora con impiccagione, annegamento e squartamento) e che dette un contributo decisivo al passaggio dal bimetallismo oro-argento al monometallismo (gold standard).

Poco noto è anche che non ebbe nessuna relazione sentimentale e non si sposò mai, che nacque ricco, visse benestante e morì povero perché negli ultimi anni della sua vita perse tutto in borsa (più di tre milioni di sterline al valore attuale).

(Nell'immagine: Contrattazione di azioni della South Sea Company nelle strade di Londra nel 1720)
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