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L'errore di Newton

Capire le stelle, ma non la follia degli uomini

Newton comprò infatti una discreta quantità di azioni della Compagnia dei Mari del Sud nel gennaio del 1720. La società era stata fondata nove anni prima su un progetto dello scrittore Daniel Defoe, l'autore di Robinson Crusoe (affascinante l'eclettismo degli intellettuali di quei tempi). In concorrenza con la Bank of England, la Compagnia rilevava il debito pubblico in circolazione dando in cambio azioni proprie con un dividendo del 6 per cento, pagato indirettamente dal Tesoro. Si trattava di una forma di consolidamento volontario del debito pubblico, molto cresciuto per via delle continue guerre e di fatto non restituibile nelle modalità originarie. Come zuccherino, alla Compagnia veniva concesso dalla Corona il monopolio del trasporto e della vendita di schiavi in Sudamerica, un'attività che all'epoca era politicamente corretta.

Newton ritratto nel 1689 a 46 anniLo zuccherino fu molto apprezzato dal mercato. Il titolo fu aiutato anche dal costante acquisto di azioni proprie e da acquisti a leva da parte di azionisti compiacenti finanziati dalla società stessa. Newton riuscì a vendere a 300 sterline le azioni che aveva comprato un mese prima a 150.

Un'operazione brillante, dunque, ma la soddisfazione fu di breve durata perché le azioni continuarono a salire. Newton, circondato da amici che non avevano venduto e che diventavano sempre più ricchi, decise allora di rientrare e, questa volta, in modo particolarmente aggressivo. Riacquistò dunque a 680 sterline in maggio e non ebbe inizialmente a pentirsene, perché la Compagnia continuò a salire, toccando all'inizio di agosto le 1050 sterline. A quel punto, mentre arrivavano dalla Francia le notizie sul crollo della Compagnie du Mississippi messa in piedi con uno schema simile da John Law, iniziò però il declino, dapprima lento e irregolare e poi precipitoso. Newton iniziò a vendere in ottobre a 300 ma liquidò il grosso della posizione in novembre a 100 sterline, perdendo quindi quasi tutto. Posso calcolare il movimento delle stelle, si narra abbia detto, ma non la follia degli uomini.

Chi ha fatto qualche pasticcio da dicembre a oggi può quindi consolarsi. Anche i grandi geni come Newton, che pure era anaffettivo nella vita privata, vanno soggetti alle pulsioni basiche dell'avidità e della paura, non studiano come dovrebbero i titoli che comperano e gestiscono molto male gli stop loss.
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