Il secondo motivo per cui questo barometro è in contrazione è relativo ai
tassi di interesse, che di fatto continuano a scendere sia sul lungo termine che sul breve termine. Non entro qui su un punto che ho già toccato tantissime volte e che riprenderò:
chi può comperare razionalmente un bond che, al netto di tasse e spese, rende un tasso vicino allo zero o negativo? Questa è la negazione assoluta del concetto di rendimento equo del capitale e di “messa a frutto” del risparmio. Ormai penso sia chiaro a tutti che i tassi a questi livelli non sono una soluzione ma sono una parte del problema e – allo stesso tempo – sono uno dei sintomi più chiari dell'esistenza di un problema.
Il terzo punto per cui questo modello è in contrazione è a causa della
fiducia dei consumatori, che dopo aver messo a segno tra il 2012 e il 2015 un uptrend notevole, anzi addirittura
per quanto riguarda l'Italia il movimento al rialzo più forte di tutti i tempi, adesso sta scendendo e
in Europa piano piano si è portata ai minimi degli ultimi mesi. L'unico dato che, secondo questo modello, ancora separa questa fase dalla recessione è
l'occupazione, che prima si è ripresa e adesso si è stabilizzata.
E' chiaro che questa è una situazione che può essere letta in due modi. Il primo modo, che potremmo chiamare quello del
bicchiere mezzo pieno, è di vederla come altre fasi di contrazione ciclica che si sono verificate in passato (vedi 1996, 1998, 2005 sul barometro) e che una volta risolte sono state un grosso propulsore sia per l'economia che per i mercati azionari. Il secondo modo di vederla è quello del
bicchiere mezzo vuoto, per cui se tutti gli stimoli che sono stati messi in campo,
tutti i vari bazooka della Bce, tutti i
vari proclami e tutte le manovre non sono riuscite a rilanciare una economia che continua a muoversi a cavallo di letture che nei decenni passati sarebbero state giudicate molto preoccupanti, non si riesce bene a capire che cosa possa effettivamente cambiare la situazione.
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