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Prioritario intervenire sulla regolazione del mercato

Recensione del libro di Robert Reich "Come salvare il capitalismo", in realtà, la democrazia

Prendiamo la proprietà privata. Per giustificare i limiti al diritto di successione che nei millenni ha alterato la c.d. lotteria sociale, ha scritto John Stuart Mill, uno dei massimi pensatori liberali del XIX secolo, che Dio aveva dato la terra a tutti e non ad alcuni uomini. Ma tutti sappiamo come è andata a finire. Se ne sono appropriati solo alcuni e questi se la trasmettono “legittimamente” in tutto o in parte. Di conseguenza, non c'è mai stata uguaglianza dei punti di partenza e, tantomeno, quella dei punti di arrivo. Se poi per motivi che vedremo fra un po', si riduce o si blocca del tutto la mobilità sociale, la concentrazione della ricchezza arriva a livelli socialmente insostenibili.

Come può accadere tutto questo? La tesi fondamentale di Reich – che io condivido - è che questo succede quando la democrazia non funziona e questa va in stallo, quando la regolazione del mercato è fatta in modo da favorire la minoranza più ricca a danno della stragrande maggioranza dei cittadini: rendimenti crescenti ai proprietari del capitale fisso e rendimenti decrescenti per la grande maggioranza dei lavoratori che vivono di stipendio in stipendio, di salario in salario sempre più basso in termini di potere d'acquisto. Aumentano quindi le diseguaglianze perché non funziona la democrazia. Anche la classe media si è impoverita perché è stato indebolito il suo potere contrattuale. Per dimostrare questa tesi Reich riprende le tesi di Walter Lippmann (1922) sul funzionamento reale della democrazia e l'irrilevanza dell'opinione del cittadino medio che non si interessa agli affari politici e, quindi, non si fa un'opinione precisa su di essi. Sul punto vedi la mia recensione di Ilia Somyn che approfondisce il tema analizzando le statistiche secolari sui sondaggi di opinione e su i risultati elettorali negli Stati Uniti.

Reich cita anche il Trattato di David Truman (1951) sul ruolo dei gruppi di interesse organizzati (GIO) negli USA come funzionavano nel trentennio successivo alla fine della seconda Guerra Mondiale e che superava la critica aprioristica nei confronti delle c.d. lobby. In realtà queste che comprendono anche i sindacati dei lavoratori e le altre organizzazioni professionali svolgono un ruolo fondamentale per il buon funzionamento della rappresentanza che non si può esaurire nella elezione del deputato, del senatore e del Presidente o del primo ministro. Diventa quindi rilevante il pluralismo, la disciplina e la trasparenza del gioco politico di questi GIO che vengono a costituire strutture essenziali, accanto ai partiti, del c.d. mercato politico e/o corpi intermedi della società civile come li chiamiamo noi.

Non ultimo, Reich riprende la tesi di Robert Dahl, espressa nella Prefazione alla sua teoria democratica (1956), sull'effettivo funzionamento della democrazia secondo cui, al di là dell'uguaglianza formale, è necessaria anche una certa dotazione di risorse politiche in testa a ciascun cittadino. Ora la ricchezza materiale aumenta la capacità di influenzare le decisioni politiche e questa, a sua volta, porta all'aumento della ricchezza e, così via, in una spirale che può portare ad una distorsione molto grave del gioco democratico e a forme di involuzione tecnocratiche ed autoritarie più o meno soft.
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