A fronte del continuo aumento del debito
la cultura giuridica del controllo è in grado solo di produrre nuove norme, inasprire le precedenti o creare nuovi organi di controllo che non controllano, ma si infilano l'uno dentro l'altro come una diabolica “matrioska“. Il progressivo allontanamento delle amministrazioni centrali dalla realtà le rende incapaci di capire il passaggio della norma in atti finiti, così la normazione, spesso fine a sé stessa si moltiplica all'infinito.
Così siamo passati in questi anni da 120.000 articoli di legge a 150.000 ma non si è in grado oggi di dare il totale esatto.
Paese vicini a noi come la Germania ne hanno 6000, la Francia 7000, l'Olanda 5000. Ovviamente il numero di avvocati diventa quasi il doppio degli altri stati;
se l'Italia è stata la culla del diritto, questo diritto sta diventando la sua tomba decretata rigorosamente su carta bollata in forma e modalità da definire.
La normazione fine a sé stessa diventa un esercizio masochistico in cui il leguleio dà il meglio nel renderla incomprensibile e quindi
inapplicabile. Così si può continuare nell'aumento della spesa corrente in cui trova linfa una corruzione a livelli più infimi che è cresciuta in modo lineare di pari passo con il debito pubblico ad una ritmo sempre più veloce in cui non si capisce più nulla e
fare un bilancio di un ente locale diventa un sudoku molto più difficile del bilancio di una multinazionale.
La corruzione nel paese è ormai una performance aperta a tutti ed a differenza degli altri paesi una ricerca dimostra che quasi tutti gli italiani sanno che vi è corruzione, ma quasi nessuno sa chi possa farla: non so, non ho visto, se c'ero dormivo. Tutto gira nello stesso verso e tutto ha una sua intrinseca coerenza.
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