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Il patto col diavolo

Bond, rischi grandi e piccoli in cambio di briciole

Intendiamoci, il diavolo in questione, le banche centrali, vuole in realtà essere un demiurgo buono che toglie potere d'acquisto ai creditori per trasferirlo ai debitori in modo da non farli fallire. Il patto mefistofelico con il mercato ha dunque finalità nobili di ordine generale (anche se qualcuno ancora più cattivo del diavolo insinua che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell'inferno).

Quanto ai compratori, capiamo perfettamente i gestori obbligazionari professionali, travolti dai soldi in fuga dall'azionario dopo la caduta di gennaio e febbraio. Capiamo ancora di più le assicurazioni e i fondi pensione che acquistano e immobilizzano bond sempre più lunghi per potere garantire qualcosa ai compratori di polizze vita e ai pensionati. Capiamo meno i compratori finali.

Doktor Faustus. Film. 1982Con i tassi a zero, infatti, il massimo che le banche centrali possono garantire a Faust è che i rendimenti restino a zero e non risalgano (in pratica un prolungamento di vita senza gioia, attaccato al respiratore e con rette ospedaliere non trascurabili rappresentate dall'inflazione che erode il potere d'acquisto del bond).

Che i tassi scendano ancora e vadano molto sotto zero, garantendo così altri capital gain, è molto improbabile. Le banche centrali, inclusa la Fed, hanno per qualche tempo accarezzato l'ipotesi di tassi profondamente negativi, ma stanno ora tornando sui loro passi e studiando invece ipotesi di monetizzazione. Siamo tutti postmoderni e il postmoderno ha cancellato la nozione di legge di natura. I tassi nominali negativi, tuttavia, ci appaiono ripugnanti e contronatura e creerebbero una rivolta con implicazioni sociali tutte da scoprire. In America c'è stata del resto una imponente levata di scudi a livello politico e di opinione pubblica contro la sola idea che il creditore debba pagare il debitore e non se ne parla già più.
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