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Brexit: tanto rumore per nulla

Il titolo dell'opera di Shakespeare rappresenta simbolicamente il senso della crisi del nostro tempo


Senza manifattura non si cresce


A differenza dei paesi europei, che hanno sempre avuto la loro struttura produttiva all'interno il Commonwealth, aveva già da tempo attuato la delocalizzazione per cui i paesi aderenti erano le fabbriche che fornivano oggetti e manifatture preziose ad una classe nobiliare che ha pensato di potere sopravvivere a sé stessa. La manifattura delocalizzata era funzionale a sostenere la ricchezza del paese, ma spesso a carico di contesti sociali di miseria dominati da una forza bellica straordinaria che faceva grande il paese. Alla fine della seconda guerra mondiale e di fronte ad un liberismo sfrenato che ha trovato nella Thatcher una madrina coraggiosa ma poco lungimirante, il paese seguendo l'esempio degli Stati Uniti si è gettato nella finanza e nelle sue banche che da tempo governavano l'impero perdendo la manifattura che oggi incide sul loro PIL solo per il 5%.

La moneta non genera moneta come dimostra anche il drammatico momento degli Usa, ma spesso solo povertà e disuguaglianza. Il 33,3% degli inglesi sono sotto la soglia della povertà e il patrimonio delle prime 5 famiglie più ricche del paese è uguale al 20% delle persone più povere del paese. Senza manifattura non si cresce perché la carta per quanto si possa moltiplicare all'infinito rimane solo carta e non produce nulla se non un degrado sociale che rischia di degenerare in disperazione.

Europa
Ora se la Gran Bretagna decide di isolarsi lo diventa veramente perché dall'altra parte dell'oceano gli Stati Uniti non sono messi meglio anzi la loro storia fatta di progressi tecnici, ma povera di cultura vera li rende meno governabili e sempre più esposti al rischio di fratture al loro interno. Schauble, con il quale non è facile condividere le idee, afferma che sarebbe meglio una GB nell'Europa, ma se vogliono uscire escano ma si dimentichino di rinegoziare un loro rientro; a malincuore oggi è difficile dire che sbaglia.

Così ogni giorno si legge di fibrillazione dei mercati finanziari, i media li richiamano ossessivamente attribuendo ad essi una razionalità intrinseca ed una qualifica di entità astratta e superiore. I mercati, invece, non sono come vengono dipinti, non sono entità astratte e magiche, ma sono gli uomini che operano dentro i mercati che fanno i mercati spingendoli verso gli obiettivi che si vogliono perseguire.

Oggi ancora una volta siamo alle prese con il “dramma“ della Brexit esattamente come siamo stati prigionieri del dramma dello “spread“ nel 2011 e con la “Grexit“, un paese che ha un PIL come Parigi.

I problemi veri sono da altre parti, ma fino a quando non riusciremo a capire che non possiamo convivere con una finanza totalmente deregolamentata saremo sempre schiavi delle nostre paure alimentate ad arte da un potere che finirà per soffocarci tutti, prima di essere lui stesso vittima dell'eutanasia del redditiere come lo definiva il grande Keynes che aveva capito tutto 70 anni fa.

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