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Dopo Brexit, che fare?

In una fase di forte accelerazione della globalizzazione, l'orizzonte degli statisti dovrebbe essere il governo mondiale

Vale la pena ripetere una cosa per molti di noi banale: chiudersi nello splendido isolamento o continuare a fare il piccolo cabotaggio sarebbe semplicemente suicida. Occorre invece intraprendere la strategia alta quella degli statisti che pensano alle generazioni future più che al mantenimento del loro potere, ma non è facile. Limitando il discorso allo stato della Unione Europea, dopo il referendum inglese, mi sembra che i problemi da affrontare siano molteplici e molto complessi, alcuni di essi possono essere affrontati in tempi brevi, altri hanno bisogno di una più attenta meditazione e preparazione.

Ne elenco solo alcuni:

Parlamento Europeoa) rafforzare il ruolo del Parlamento Europeo;
b) rafforzare il ruolo della Commissione che deve diventare il vero governo centrale;
c) abrogare il Consiglio europeo;
d) adottare il principio della geometria variabile;
e) il cambio della politica economica;
f) l'adozione di una politica comune in materia di immigrazione.

Ovviamente l'elenco non è esaustivo. Ci sono altri e pesanti problemi da risolvere ma in questo scritto mi occupo solo di quelli elencati.

Rispetto ad a) bisogna sciogliere il nodo delle competenze, ossia, precisarle meglio. Non si può pensare di andare avanti così. Se anche gli eventi più recenti impongono la geometria variabile, ossia, poteri diversi a seconda che si tratti di affari del nucleo avanzato o di quelli dei 28 ora 27 Paesi Membri, allora bisogna adottare il modello delle due camere o quello di una camera e mezza. A questo riguardo si pone la questione del Senato federale. Nelle federazioni vere e proprie, tradizionalmente, c'è un Senato federale che assicura la rappresentanza paritaria degli Stati federati o con poteri paritari rispetto alla Camera o con poteri differenziati. Da noi si è scelta la soluzione del Consiglio europeo dove siedono i capi di governo dei Paesi Membri. La soluzione mostra la corda perché, come vediamo ogni giorno, i capi di governo ragionano per lo più in una ottica che in primo luogo tiene presente gli interessi nazionali.

Gli obiettivi fondamentali da perseguire secondo me sono due: camera e senato devono essere in diritto e in fatto i massimi rappresentanti della sovranità popolare e le leggi che essi approvano devono essere immediatamente applicabili e applicate nei confronti dei cittadini europei. Senza passare attraverso lo strumento della legge comunitaria di livello nazionale che recepisce quelle del PE. In Italia la legge comunitaria arriva sempre in ritardo e siamo sanzionati anche per questo motivo.
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