Solo a livello dei componenti dell'indice
Ftse Mib,
le banche muovono circa il 40% dei volumi reali scambiati. Questo dato spiega perfettamente perché nel 2008 l'indice italiano era a 44 mila e oggi è a 16000, mentre l'indice americano era a 1500 e oggi è vicino a 2200, su nuovi massimi di sempre.
È molto difficile dire a che punto siamo di questa capitolazione del settore bancario, anche perché mancano i dati del vero impatto dei tassi zero su molti aspetti dei conti economici e degli stati patrimoniali delle banche: non, si badi, nel senso che i dati non ci sono o che non ci sia trasparenza, ma semplicemente nel senso che non si riesce a capire bene che tipo di impatto possa avere questa situazione senza precedenti e così prolungata nel tempo. Questa spaccatura in vari tronconi del mercato italiano potrebbe anche essere letta come un segno di maturità e finalmente di diversificazione rispetto a un mercato che invece ha tradizionalmente avuto molto spesso e per molti decenni una correlazione che andava oltre alla situazione specifica delle varie aziende quotate.
Il dato di fatto è che oggi come
oggi investire nel Mib non significa investire sull'Italia, ma significa investire su vari pezzi dell'Italia che si muovono con velocità e prospettive radicalmente diverse: più che un Ftse Mib, un Fuzzy Mib.
La strada di un recupero importante per l'indice italiano passa quindi necessariamente per un rovesciamento del trend negativo del settore bancario: non un rovesciamento effimero come un rimbalzo tecnico, ma un rovesciamento strutturale del quale fino ad oggi – almeno dal punto di vista borsistico – non si vede l'ombra. Sui nostri modelli, l'indice italiano non solo è al ribasso da lunghissimo tempo ma è fuori dai Portafogli Modello tranne che per una posizione short ancora aperta sul PM BLACK SWAN, che condivide con l'Eurostoxx50.
Ma
l'ipervenduto sulle banche è forte, il numero di mesi da cui l'indice italiano non torna al rialzo è vicino al record, la fiducia non manca mai e quindi ci auguriamo di veder tornare nel 2017 l'indice sopra la barriera ormai fortissima dei 18-19 mila. Fino ad allora, tuttavia, è opportuno battere sia a livello globale che sui mercati europei altre strade meno tormentate e meno irte di pericoli.
Buon investimento a tutti.
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