Le fasi di transito tra queste quattro fasi, specialmente i binomi 2-3 e 4-1, sono periodi piuttosto lunghi di transizione, in genere alcuni anni, che servono per ristabilire la sincronia tra le varie componenti.
La percezione vera della transizione da una fase all'altra arriva storicamente sempre in grave ritardo, non solo tra gli investitori ma anche nell'establishment economico e finanziario: si pensi a quanto a lungo negli ultimi due decenni – certamente fino a dopo la crisi del 2008 – è stata temuta l'inflazione, nonostante si fosse da molti anni e quasi ovunque in piena fase di calo dei tassi di interesse. Ora, tutti temono tardivamente la deflazione, che è ormai in fase terminale.
Di queste quattro fasi, i mercati azionari delle economie avanzate hanno attraversato dagli anni '80 al 2000 la fase 3 e dal 2000 in poi la fase 4, l'Inverno: i primi che stanno provando a venirne fuori sono gli USA, i cui principali indici (con l'eccezione del Dow Transportations fino ad ora in ritardo) sono a nuovi massimi storici, con tassi che dalla fine del QE sono di fatto in rialzo e che anzi sono, sul breve, non lontani da quelli a lungo (= appiattimento della curva).
Questo, attenzione, non deve far credere che gli USA siano in un “nuovo ciclo”:
sono invece, senza il minimo dubbio, nella tipica fase finale di un ciclo di espansione tra i più lunghi e stiracchiati dalle politiche monetarie della storia, quello iniziato nel 2009. Questo fa capire quanto poco lineare sarà la strada nel prossimo futuro.
Giappone e Europa sono difatti in grave ritardo: da loro fa ancora freddo, i tassi sono ancora congelati a zero o sotto zero, e quindi siamo ancora in fase 4, in Inverno. Ma tutto cambia: quindi, per l'investitore saggio di lungo periodo, conviene iniziare (con calma, si intende) a studiarsi un periodo completamente assente dalla cultura economica contemporanea e che proprio per questa faticherà tantissimo a essere identificato negli anni a venire: quello della reflazione, il cui ultimo esempio è quello del secondo dopoguerra e in particolare del periodo tra gli anni '50 e l'inizio degli ani '70.
Perché è là, verso quello strano posto che è la Primavera di Kondratieff, che lentamente i mercati e le economie si stanno dirigendo.
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