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The Next Big Thing

Brevi note sulle elezioni USA


Quello che ho visto io è veramente poco, quasi nulla, ma per me è stato un input mentale sufficiente per riflettere sul fatto che “the next big thing” a cui dobbiamo guardare non è il rialzo dei tassi o il quantitative easing o le mille altre amenità importantissime, ma comunque legate ai tempi, che viviamo in Occidente: molto probabilmente “the REAL next big thing” dei prossimi 20-30 anni anche sui mercati sarà questa middle class asiatica, composta non da qualche centinaio di milioni di persone come in Europa e America messe insieme (ammesso che in queste due zone esista ancora realmente una middle-class) ma da miliardi di persone, che spingono come una enorme onda verso un nuovo livello di qualità di vita.

Se c'è una cosa a livello di mercati che bisogna imparare dalla globalizzazione è che tutti gli orti, grandi o piccoli che siano, sono raggiungibili e che l'orticello di casa va privilegiato solo nel momento in cui produce frutti migliori degli altri. Negli ultimi mesi è successo qualcosa, non tanto a livello di indici (molti, tra cui quelli europei, restano almeno finora a navigare con le mille scuse della ripresa che parte ma forse no, delle elezioni USA, dell'aumento dei tassi della FED), quanto nelle forze relative.

Dopo anni di sottoperformance rispetto alla locomotiva USA, i cosiddetti “emergenti” (mai nome fu più obsoleto) hanno ripreso energia, anzi sembrano gli unici mercati con qualche stilla di energia in corpo. Se i prossimi mesi confermassero questa tendenza, si potrebbe parlare di ripresa dell'uptrend secolare di questi mercati rispetto ai mercati occidentali, anche se va ricordato che nel mercato azionario USA convergono numerose multinazionali che hanno proprio in Asia i loro mercati di sbocco.

Anche i bonds emergenti, pur con tutte le loro innate e implicite volatilità (valute, rischio paese ecc.), hanno attaccato qualcosa che moltissimi bonds governativi occidentali (ma anche giapponesi) non hanno più: una cedola decorosa.

Vedremo quali saranno i verdetti dei mercati e quali armi hanno le cosiddette economie avanzate da giocare strutturalmente in proprio favore: speriamo, per noi, che non si tratti di una battaglia.

Termino con una nota sul convegno mondiale dell'analisi tecnica IFTA, al quale chi scrive ha partecipato come speaker insieme a un bravissimo collega italiano, Andrea Unger: la qualità che abbiamo in Italia in questa disciplina è elevatissima, certamente al top mondiale. E proprio Milano è la sede designata del prossimo convegno mondiale IFTA 2017, che sarà organizzato da SIAT (Società Italiana Analisti Tecnici).

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