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La Svimez denuncia l’assenza di una strategia complessiva per lo sviluppo del Mezzogiorno

Serve una nuova politica industriale per il rilancio del Mezzogiorno


Non sorprende:

  1. che il Ministro tecnico faccia un esplicito riferimento al modello offertista;
  2. che elogi il Piano Juncker (poco o per nulla rilevante per il Sud);
  3. che auspichi maggiori incentivi per gli investimenti in beni pubblici europei;
  4. che auspichi un'accelerazione del processo di completamento dell'Unione bancaria e l'approfondimento del mercato unico;
  5. che chieda di approntare uno strumento che faciliti gli aggiustamenti nel mercato del lavoro; ecc.

Jean Claude JunckerC'è anche un fugace riferimento alla necessità di promuovere “più convergenza, l'accelerazione delle riforme strutturali ed una più forte domanda interna come fattori necessari per evitare che significative e persistenti perdite di produzione riducano in maniera permanente la crescita potenziale”, ma in tutto il documento di nove pagine non si trova alcun riscontro ai problemi tecnici del calcolo dell'output gap né, tanto meno, ad un'applicazione più intelligente e meno rigida della golden rule che potrebbe aiutare a risolvere i problemi del breve termine.

Nelle conclusioni, il Ministro dell'economia e delle finanze coglie bene il nesso tra problemi di breve termine e quelli di medio-lungo, legame che, a suo giudizio, dovrebbe essere rafforzato e costruito su “una visione comune” – che a Bruxelles purtroppo manca. Coglie bene anche la distinzione tra misure che richiedono la riforma dei Trattati e quelle che non dovrebbero essere di ostacolo ad obiettivi di politica economica più ambiziosi ma, come detto, non menziona alcunché di preciso per il breve termine. Se ne esce con la logora ed ambigua frase secondo cui “l'UE può essere parte della soluzione e non parte del problema”.

Ho ripreso questo documento che è una specie di Manifesto per la crescita per avere un esempio chiaro del divario tra i generici documenti che vengono inviati a Bruxelles e le roboanti chiacchiere del Premier.

Come detto, la Svimez giustamente sostiene che bisogna rilanciare gli investimenti pubblici e privati e che i primi possono bene esercitare un effetto traino sui secondi. Ma a questo fine è di ostacolo anche la politica industriale di questo governo. Negli anni scorsi c'è stato un taglio delle agevolazioni fiscali alle imprese meridionali. Negli anni scorsi c'è stata una notevole e non contrastata deindustrializzazione del Sud proprio per l'assenza di una politica industriale. È rimasta solo la politica regionale UE sulla quale si esercita il governo con il Master Plan e gli sbandierati Patti con le regioni e le Città metropolitane. Ciò non impedisce l'aumento delle persone in povertà assoluta e il numero di lavoratori poveri. Cala anche la fecondità delle donne. Si parla di Zone economiche speciali ZES sul modello polacco ma ancora non si vedono realizzazioni. Né bastano i 12 miliardi di investimenti su tre anni che avrebbe a disposizione il Master Plan. È la solita spinta gentile (nudge) che non può cambiare la situazione in maniera significativa.
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